Dopo il camper e il pullman, Renzi ci riprova con il treno. Ma tutti ’sti viaggi serviranno a qualcosa?

In vista delle elezioni il segretario si prepara a girare l’Italia in treno. A gennaio aveva scelto un pullman, prima ancora un camper. Chiaro e un po’ scontato il messaggio di un leader che vuole apparire lontano dal Palazzo. Ma il filone dei viaggi low cost è già stato monopolizzato dai grillini

È partito nel 2012 a bordo di un camper. Dopo l’ascesa a Palazzo Chigi e le dimissioni da premier ha proseguito la corsa in pullman. Per rilanciarsi in vista delle prossime Politiche, adesso Renzi ha deciso di salire su un treno. Cambia il mezzo di trasporto, non il messaggio. La carriera politica e le campagne elettorali del segretario dem sono scandite dai mezzi di trasporto. Una scelta chiaramente legata alla comunicazione, più che logistica. E mentre il copione si ripete ancora una volta, emerge in tutta la sua immediatezza il significato. La metafora dello spostamento, del politico sempre in movimento, comunque lontano dal Palazzo, è fin troppo scontata. Davvero servirà a convincere i più tiepidi?

In cerca di conquistare il consenso perduto, adesso l’ex premier ci riprova. Parcheggiato il camper un po’ kitsch degli inizi, archiviato lo scomodo pullman di questo inverno, Renzi sale sul treno. Il segnale ancora una volta è rivolto agli elettori: qui non si viaggia in autoblù, ma a bordo di comunissimi mezzi di trasporto. Anche un po’ sfigati, come un cittadino qualunque. È lo storytelling, bellezza. La strategia è quella di presentarsi al Paese come un leader politico che sta in mezzo alla gente. L’annuncio è di queste ore: dopo una lunga pausa estiva il segretario del Partito democratico sta per partire di nuovo. A fine settembre, chiuso il giro delle feste dell’Unità, salirà su un treno per un lungo viaggio nelle province italiane. «Non sarà una campagna elettorale – così avrebbe spiegato secondo l’informato retroscena del Corriere della Sera – Né un tour fatto di discorsi e comizi, ma semplicemente un incontro con le realtà vive dell’Italia». Appunto. E tanto per rafforzare il messaggio, nel suo vagone viaggerà anche un gruppo di giovani “millenials”. Durata del viaggio, dieci settimane. E non sfugge a nessuno che – volendo abusare di un’altra scontata metafora – la stazione di arrivo sarà rappresentata proprio dalle elezioni politiche sempre più vicine.

È partito nel 2012 a bordo di un camper. Dopo l’ascesa a Palazzo Chigi e le dimissioni da premier ha proseguito la corsa in pullman. Per rilanciarsi in vista delle prossime Politiche, adesso Renzi ha deciso di salire su un treno. Cambia il mezzo di trasporto, non il messaggio. La metafora dello spostamento, del politico sempre in movimento, comunque lontano dal Palazzo, è fin troppo scontata

È una scelta di comunicazione dal dubbio effetto, che pure rimanda a un passato entusiasmante. Impossibile dimenticare il successo del primo viaggio. Nel 2012 l’allora sindaco di Firenze aveva iniziato la scalata al partito a bordo di un camper bianco. Sulla fiancata, a lettere cubitali, la scritta “Adesso!”. A bordo del mezzo simbolo delle vacanze on the road Renzi aveva girato tutto il Paese per raccontare il suo progetto. Un viaggio partecipato, con tanto di sito per seguire in diretta gli spostamenti e contribuire con mini donazioni a fare un pieno di benzina. La storia è recente. Nel giro di poco tempo Renzi è diventato leader del partito e capo di governo. E se la parentesi a Palazzo Chigi lo ha obbligato a una sosta, il segretario dem è tornato in viaggio già all’indomani delle dimissioni. Lo scorso gennaio – in una delle prime riunioni al Nazareno dopo la sconfitta referendaria – ha anticipato ai dirigenti del partito il piano di un lungo viaggio in pullman per l’Italia. Un progetto presto affiancato da un simbolo altrettanto efficace: il trolley. Immagine protagonista della campagna renziana alle ultime primarie del Pd. Ennesima allegoria in grado di evocare il viaggio tra i cittadini senza scorte, autisti e giornalisti al seguito.

Il simbolismo non è proprio inedito. Quasi tutte le campagne elettorali della seconda repubblica sono state caratterizzate dai viaggi. Dal treno di Francesco Rutelli, al pullman dell’Ulivo di Romano Prodi, senza dimenticare la crociera di Silvio Berlusconi a bordo di Azzurra, la nave della libertà. E allora attenzione a seguire la strada già percorsa da altri, perché si rischia di non impressionare più nessuno

Certo, il simbolismo non è proprio inedito. Quasi tutte le campagne elettorali della seconda repubblica sono state caratterizzate dai viaggi. Ogni leader ha scelto il suo mezzo di trasporto, tutti più o meno con la stessa strategia comunicativa. Dal treno di Francesco Rutelli, al pullman dell’Ulivo di Romano Prodi (più avanti sostituito con un tir giallo). Senza dimenticare la crociera di Silvio Berlusconi a bordo di Azzurra, la nave della libertà. E allora attenzione a seguire la strada già percorsa da altri, perché si rischia di non impressionare più nessuno. Peraltro il filone dei viaggi low cost è già stato monopolizzato con successo dai Cinque Stelle. Se il deputato Alessandro Di Battista ha guidato la battaglia contro la riforma costituzionale di Renzi guidando il suo scooter su e giù per l’Italia, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha trascorso buona parte della sua campagna elettorale in sella a una bicicletta (e poco conta se a un anno dalla sua elezione le piste ciclabili della Capitale sono messe peggio di prima). Il leader del Movimento, però, è Beppe Grillo. In una delle sue più riuscite interpretazioni politiche, nel 2012 il blogger genovese ha addirittura aperto la campagna delle Regionali siciliane attraversando a nuoto lo stretto di Messina.

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