Nel commento scritto da Bruno Giurato a seguito del terremoto di Ischia si descrive la ricostruzione di Amatrice come inesistente e disastrosa. Si tratta di valutazioni scorrette e fondate su una conoscenza inesatta o incompleta dei fatti e dei numeri.
Primo errore: considerare il momento di inizio della ricostruzione il 24 agosto dello scorso anno. Nessuna ricostruzione si avvia prima che sia terminata la fase di risposta all’emergenza che il terremoto determina. E nel caso del centro Italia, è ben noto che la sequenza di scosse (non ancora terminata) si è prolungata nelle sue manifestazioni più violente fino al 18 gennaio 2017. Come già accadde per il secondo evento sismico del 30 ottobre 2016, anche il sisma di gennaio 2018 ha determinato un azzeramento delle verifiche fatte sugli immobili danneggiati che, ancora una volta, tranne per gli edifici crollati, è dovuta ripartire da capo. Parliamo quindi di gennaio 2017 e di 200 mila verifiche che sono state effettuate nel cratere (per inciso, il più ampio nella storia Italiana).
Secondo errore: la ricostruzione volta a ripristinare le funzioni civili c’è stata eccome. La successione di terremoti ha infatti devastato la rete di servizi primari del territorio, cioè strade, scuole, servizi sanitari e via dicendo. Servizi che sono stati tutti ripristinati. Ad Amatrice è stato realizzata una moderna struttura sanitaria temporanea che incorpora tutte le funzioni precedentemente svolte nell’ospedale, mentre si progetta la realizzazione del futuro presidio ospedaliero. La rete stradale è da tempo riattivata e migliore anche di quella precedente al terremoto. L’anno scolastico si è concluso regolarmente ed il prossimo (2017-2018) si completerà nel polo scolastico in corso di realizzazione che comprende nuovi e ulteriori corsi di formazione superiore.
Il terzo errore, molto grave, riguarda le cosiddette “casette”, definite dall’autore “fantasma”.
Le casette – in realtà strutture abitative di qualità – sono già realizzate e abitate ad Amatrice. Ad oggi sono consegnate ad Amatrice ed Accumoli – i due paesi distrutti nel Lazio – più di 500 case, cioè più del 70 per cento del totale, che sarà raggiunto nell’arco di pochi giorni. Centinaia di case distribuite in più di 30 villaggi, con l’obiettivo di consentire ai cittadini delle frazioni di rimanere nel proprio contesto di vita e di essere protagonisti della progettazione urbanistica in corso. Ovviamente un lavoro difficilissimo dovuto alla complessità di realizzare decine di insediamenti in territorio montuoso salvaguardandoli da ogni rischio di frana o idrico.
L’ultimo errore di valutazione riguarda le macerie: il 10 per cento delle macerie rimosse costituisce la totalità delle macerie che insistevano sulla viabilità pubblica e sugli accessi. La quota restante, ovviamente la maggiore parte, sono le macerie degli edifici privati che insistono sul suolo dei proprietari. Per i cittadini che autorizzeranno la rimozione, queste macerie private saranno comunque eliminate dalle aziende cui è già stato affidato l’incarico. Tutte le altre verranno rimosse quando i privati presenteranno il progetto di ricostruzione della propria casa e la loro rimozione è coperta dai fondi per la ricostruzione.
Non si costruisce dall’oggi al domani, ed il motivo principale è che gli immobili nuovi dovranno resistere a terremoti di potenza simile a quelli finora conosciuti. Ciò significa mappare dettagliatamente il territorio con analisi sismiche del livello più elevato per verificare la reazione al sisma del suolo sul quale si andrà ad edificare.
Una ricostruzione seria, realizzata in base a regole tecniche appropriate, non può che durare alcuni anni. Non esistono scorciatoie. È quel che è accaduto anche per l’Emilia, che rappresenta l’esperienza recente più riuscita di ricostruzione post sisma.
Ma a differenza (ed in aggiunta) a quella positiva vicenda di ricostruzione, in questo caso sono già stanziate tutte le risorse finanziarie che dovranno coprire l’operazione ed è stata estesa la platea degli aventi diritto alla ricostruzione anche ai proprietari di seconda casa. Due importanti novità che non si erano mai verificate in precedenza.