L’idea è semplice e geniale: riutilizzare le bottiglie di plastica usate e disperse nell’ambiente per costruire delle piroghe. Unisce ecologia e praticità, rispetta la natura e fornisce ai pescatori imbarcazioni a buon mercato. Succede a Kribi, cittadina balneare nel sud del Camerun. La trovata appartiene a una associazione che si occupa di riciclo della plastica, Madiba et Nature, che l’ha pensata insieme a una comunità di pescatori: con queste barchette potranno andare a pescare e, nel caso, portare in giro i turisti.
Ma c’è da fidarsi? Come spiega Ismaël Essome, ingegnere ed esperto di gestione ambientale, sì. La sua iniziativa, spiega, nasce in primo luogo da una pulsione ambientalista: è parte di una battaglia contro i fiumi di plastica che abbondano nel suo Paese, in barba a una legge del 2014 che proibisce gli imballaggi non biodegradabili. Allora gli è venuta l’idea. E con l’aiuto di alcuni pescatori ha progettato le barche. “Abbiamo faticato molto per trovare le bottiglie con la forma giusta, in primo luogo. E poi il modo adatto per legarle insieme”. Il risultato, dopo un po’ di giorni, è arrivato. Una piroga 100% ecologica, composta da 1000 bottiglie, due fili resistenti e un’asse di sostegno. Riesce a reggere un massimo di 90 kg.
Al momento ne ha già realizzate sei. Ma è solo l’inizio di una flotta, anche perché una barca di bottiglie costa cinque volte di meno rispetto a una piroga classica. E se funziona con le imbarcazioni, si passerà anche alle spiagge. Essome vuole costruire interi bungalow con le bottiglie, e rendere il Camerun il Paese più eco-friendy d’Africa. È un grande obiettivo, ma lui ha anche grande forza d’animo. Ci vorrà molto tempo e, come sempre, anche molte pagaiate.