Da “dermatologicamente testato” a “senza parabeni”, le nuove parole magiche per vendere

Tra gli acquirenti di prodotti per la cura della persona cresce la ricerca di “naturalità”. Così nascono claim che fanno sempre più breccia tra i consumatori. E l’indicazione sull’origine italiana dei prodotti, dopo il food, è approdata anche su creme e deodoranti

Anna Webber / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / AFP

La naturalità è vincente non solo nel mercato alimentare ma anche in quello dei prodotti per la cura persona, come emerge dalle etichette dei 9.700 prodotti di largo consumo analizzati dall’Osservatorio Immagino, lo strumento creato da GS1 Italy e Nielsen per monitorare i fenomeni di consumo e le tendenze che attraversano il mercato del largo consumo in Italia.

L’analisi condotta dall’Osservatorio Immagino rivela che l’innovazione delle principali aziende del settore cura persona si sta muovendo velocemente e in un territorio nuovo, una zona di confine che trae ispirazione dai più moderni trend in campo alimentare (come il free from e il green), si basa su una robusta ricerca scientifica e si fonda su una promessa di naturalità e di assenza di “chimica” troppo invasiva.

Una formula che si esprime nella crescita del trend del “rich in”, ossia dell’utilizzo di ingredienti provenienti da altre culture, come il burro di karitè o l’olio di argan, che spostano il baricentro del mercato verso un certo esotismo e offrono un’immagine voluttuosa del personal care ma senza mai perdere di vista l’efficacia dei prodotti.

La garanzia della performance è alla base del successo anche dei prodotti che contengono acido ialuronico, le cui vendite sono cresciute in un anno di quasi il 25%.

L’intrecciarsi di questi fenomeni di consumo si rispecchia nei trend delle vendite rilevati dall’Osservatorio Immagino: nel corso del 2016 gli italiani hanno preferito acquistare soprattutto prodotti naturali contenenti betacarotene, le cui vendite sono avanzate in un anno dell’11,3% arrivando a un giro d’affari di quasi 9 milioni di euro. Bene anche i prodotti contenenti soia (55 milioni di euro di vendite, in crescita del 4,7%), olio di cocco (34 milioni di euro, +4,7%) ed estratto di calendula (21,5 milioni di euro, +3,6%).

«Questa vivacità nelle nuove proposte, che si inserisce in uno scenario fatto di offerte ben segmentate e articolate, va incontro a un cambiamento strutturale nelle richieste dei consumatori» commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Oggi il fattore che influenza maggiormente il processo di acquisto nel personal care è la ricerca della naturalità, elemento che si rispecchia anche nei claim utilizzati in etichetta da questi prodotti».

L’indicazione più diffusa sulle etichette è “dermatologicamente testato”, presente sul 22% dei prodotti per la cura persona. Ma il claim che cresce di più, sia per presenza a scaffale che per giro d’affari, è “senza parabeni”

Consumatori sempre più attenti e informati

L’indicazione più diffusa sulle etichette è “dermatologicamente testato”, presente sul 22% dei prodotti per la cura persona, per una quota del 13,8% sul totale del personal care: si tratta di un claim di lungo corso, che risponde a una rassicurazione più generica sul pericolo allergie ma che ora sembra aver perso smalto presso i consumatori (-2,3% di vendite nel 2016 rispetto all’anno precedente) superato da altri argomenti di maggiore attualità.

Il claim che cresce di più, sia per presenza a scaffale che per giro d’affari, è “senza parabeni”, che mette a segno un +9,1% su base annua. Secondo l’Osservatorio Immagino, oggi è presente sull’8% dei prodotti in vendita nella distribuzione moderna per un valore che sfiora il 5% delle vendite complessive del cura persona. Un trend che racconta l’interesse dei consumatori per la formulazione dei prodotti senza ingredienti indesiderati e la loro maggiore capacità di leggere le etichette, grazie anche a un’informazione più spinta ottenuta attraverso i media di settore e il web.

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«Oggi il fattore che influenza maggiormente il processo di acquisto nel personal care è la ricerca della naturalità, elemento che si rispecchia anche nei claim utilizzati in etichetta da questi prodotti»


Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy

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