Economia senza contanti? L’Italia è fanalino di coda. Ma adesso arrivano le multe per chi non vuole usare il Pos

Alcuni Paesi stanno eliminando del tutto il contante, mentre in Italia le banconote resistono ancora. Adesso però arrivano le multe per i commercianti che rifiutano di far pagare con carte e bancomat. E alcune startup si stanno già ingegnando per aiutarli

Immagine con licenza Pixabay

Mentre in Europa ormai si paga solo con la carta, otto italiani su dieci usano ancora i contanti per i loro acquisti. La strada verso la cashless society che molti Paesi europei hanno già intrapreso da anni, per l’Italia è ancora un miraggio.

Secondo il Cashless Society Index 2017, la classifica sull’utilizzo delle carte di pagamento nei Paesi UE, l’Italia è al 25esimo posto su 28. Peggio di noi solo Romania, Grecia e Bulgaria. A guidare la classifica ci sono Danimarca e Svezia dove il contante non esiste quasi più e c’è un terminale pos ogni cinque abitanti, contro uno ogni 30 dell’Italia. E dire che il nostro Paese potrebbe solo guadagnarci dall’azzeramento del cash.

Gestire il flusso di contanti e banconote ci costa 10 miliardi all’anno. Un terzo dell’ultima finanziaria. Non solo, pagare in contanti incentiva l’economia sommersa in nero che secondo la Cgia di Mestre vale 194,4 miliardi, il 12% del Pil.

Per combattere l’evasione e cercare di fare un primo passo verso l’utopia della cashless society, il Governo ha pensato a un decreto attuativo che a partire dal 30 settembre obblighi i commercianti, artigiani e liberi professionisti ad accettare il pagamento con carte di credito e debito.

Per ogni rifiuto ci sarà una multa di 30 euro e il consumatore sarà libero di andarsene senza pagare.Stessa cosa per chi non sarà dotato di terminale POS. L’obbligo di usare il Pos (acronimo di point of sale, cioè punto di vendita) era previsto già dalla legge di stabilità del 2016 ma nel Paese del “severamente vietato” serviva un incentivo per spingere i commercianti ad adeguarsi.

Ed ecco il decreto attuativo, annunciato a Repubblica il 6 agosto dal vice ministro dell’Economia Luigi Casero: i commercianti si lamentano perché per ogni transazione devono pagare una commissione alla banca: tuttavia, sebbene il pos costringa alla commissione, è ormai un servizio indispensabile per i clienti.

Per combattere l’evasione e cercare di fare un primo passo verso l’utopia della cashless society, il Governo ha pensato a un decreto attuativo che a partire dal 30 settembre obblighi i commercianti, artigiani e liberi professionisti ad accettare il pagamento con carte di credito e debito. Per ogni rifiuto ci sarà una multa di 30 euro e il consumatore sarà libero di andarsene senza pagare

La necessità aguzza l’ingegno. Ecco allora soluzioni innovative come myPOS, nata nel 2014, e ad oggi l’unica soluzione sul mercato europeo che permette ai commercianti di incassare subito il pagamento del cliente sul loro conto corrente ed averne così la disponibilità immediata, esattamente come i contanti, con la possibilità di accredito immediato e monitoraggio in tempo reale delle transazioni sul proprio conto attraverso un app, con il valore aggiunto di una carta business per utilizzare immediatamente i fondi incassati.

La strada sembra segnata: myPOS e le altre realtà che utilizzano i terminali di ultima generazione sono spesso commercializzati già dotati di Sim dati gratuita per la connessione, hanno software già impostati per offrire più servizi dei soliti terminali che troviamo accanto alle casse dei negozi e bar. Uno su tutti la ricarica telefonica. Da seccatura, insomma, l’odiato bancomat si sta trasformando in un servizio aggiuntivo per i commercianti che vogliono fidelizzare i propri clienti. Che sia la volta buona?

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