Finanza comportamentale, la trappola di investire solo su quel che si conosce

Il “familiarity bias” è un pregiudizio positivo verso ciò che conosciamo meglio. Quando si investe questo atteggiamento è positivo ma comporta dei problemi, perché concentra il rischio su pochi prodotti finanziari

(Pixabay / wallace769)

Quando si investe avere un’opinione di un determinato tema può aiutare, ma non dovrebbe renderci troppo sicuri. Una delle distorsioni cognitive che la finanza comportamentale studia si chiama non a caso “familiarity bias”. Di che si tratta? Di un pregiudizio positivo verso ciò che conosciamo meglio. Chi ha questo pregiudizio tende a decidere solo su ciò che conosce, senza considerare quello che esula dal proprio bagaglio di conoscenze. Per esempio, gli investitori in genere sono più disposti a considerare gli investimenti nella propria nazione rispetto a quelli internazionali.

Questo è pericoloso perché concentra il rischio nello spazio e nel tempo. In finanza invece non esistono prodotti o strumenti per tutte le stagioni. In mancanza di un accesso alle informazioni privilegiato, è meglio diversificare sia geograficamente che tra diverse asset class per evitare di rimanere vittima di rischi specifici.

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Siamo naturalmente portati a considerare con più favore ciò he conosciamo e che capiamo meglio. Pensa per esempio ai titoli di Stato o ai libretti di risparmio, che sono tra le scelte preferite dagli italiani quasi per abitudine, anche quando non si rivelano la soluzione più adatta

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