La vendetta del Senato: volevano abolirlo, è più vivo che mai

Qualcuno la considerava un’istituzione inutile, ma è a Palazzo Madama che si decidono i destini della politica italiana. Passano da qui le principali riforme della legislatura: dallo Ius soli ai vitalizi. Qui la decadenza di Berlusconi ha cambiato per sempre la storia. Ora anche Renzi vuole un posto

C’è chi la considerava un’istituzione inutile. Peggio, uno spreco di denaro pubblico. Il simbolo stesso delle lentezze bicamerali, inutile appendice di Montecitorio. Qualcuno aveva persino pensato di trasformarne le belle sale affrescate in un museo. Oppure di riconvertirne la missione costituzionale: offrendo un luogo di ritrovo a un centinaio di sindaci e consiglieri regionali, quasi un dopolavoro repubblicano. Irriso e denigrato, adesso Palazzo Madama si prende la sua rivincita. Il Senato diventa protagonista della scena. È qui che si misurano i delicati equilibri della politica italiana. Sempre qui, con buona pace dei detrattori, si decidono i destini della legislatura.

Proprio dal Senato passano alcune delle principali riforme degli ultimi anni. Negli austeri ambienti di Palazzo Madama il Partito democratico dovrà verificare l’esito delle proprie sfide politiche. Si parte con lo Ius soli, si prosegue con il taglio ai vitalizi, senza dimenticare il testamento biologico. Tre interventi difficili, tutti approvati alla Camera dei deputati, che ora rischiano di arenarsi definitivamente nella camera alta della nostra Repubblica. La riforma della cittadinanza è ormai a un passo dal naufragio. Due anni e mezzo fa il provvedimento che garantisce la cittadinanza ai bambini nati e cresciuti nel nostro paese da genitori stranieri ha ottenuto il via libera alla Camera. Da allora è finito in un cassetto del Senato. Pochi mesi fa si è tentato, per ora invano, di accelerarne l’iter. Sommersa dagli emendamenti dei contrari, oggi la norma sembra avviata su un binario morto. A pochi mesi dalla campagna elettorale, anche all’interno della maggioranza non tutti sembrano entusiasti di approvare una riforma controversa, che continua a dividere l’opinione pubblica. Il pressing di queste ore riuscirà a convincere i senatori più titubanti?

C’è chi la considerava un’istituzione inutile. Peggio, uno spreco di denaro pubblico. Il simbolo stesso delle lentezze bicamerali, inutile appendice di Montecitorio. Qualcuno aveva persino pensato di trasformarne le belle sale affrescate in un museo. Irriso e denigrato, adesso Palazzo Madama si prende la sua rivincita. Il Senato diventa protagonista della scena. È qui che si misurano i delicati equilibri della politica italiana. Sempre qui, con buona pace dei detrattori, si decidono i destini della legislatura

Rischia di fare la stessa fine anche la norma sui vitalizi. Un provvedimento che rivede le pensioni dei parlamentari istituendo retroattivamente il calcolo contributivo degli assegni. Prima dell’estate la norma – voluta dal Pd per inseguire il Movimento Cinque Stelle sul terreno dell’anticasta – è stata approvata a Montecitorio. Viste le grandi resistenze bipartisan, adesso rischia di venire affossata a Palazzo Madama. E non sono pochi i senatori, anche all’interno del Partito democratico, che hanno pubblicamente preso le distanze dalla proposta. Leggi promosse e bocciate, il Senato diventa lo snodo imprescindibile di ogni riforma. Si deciderà qui il destino di una dei provvedimenti più controversi degli ultimi tempi. Solo poche settimane fa la Camera ha dato il via libera al reato di propaganda fascista. Intervento sacrosanto o liberticida? Nel paese la norma ha sollevato grandi polemiche, ma la sua approvazione definitiva dipende ancora una volta dal voto a Palazzo Madama. Stesso luogo dove, con ogni probabilità, si perderanno le tracce del testamento biologico. Altra riforma largamente attesa, che al momento giace sepolta da migliaia di emendamenti.

Il Senato si riprende la scena. Nell’emiciclo di Palazzo Madama leader e partiti conquistano visibilità e sperimentano sconfitte. Tra gli arazzi delle antiche sale si decidono intese e alleanze. È il caso, ad esempio, del partito di Angelino Alfano. Se oggi Alternativa Popolare si è ritagliata un ruolo centrale nella politica italiana – in Sicilia centrodestra e centrosinistra si sono contesi fino alla fine un accordo con il ministro degli Esteri – gran parte del merito va proprio ai delicati equilibri di questo ramo del Parlamento. Dove anche una pattuglia di pochi senatori può fare la differenza. In questi anni Palazzo Madama è stato il teatro dell’incredibile parabola politica di Denis Verdini. E sempre qui si è consumato il tramonto delle aspirazioni governative dell’ex premier Mario Monti (oggi esponente del gruppo misto).

Altro che museo. «Non solo il finale di legislatura, tra legge di Stabilità e Ius Soli, si giocherà tra i banchi dove sedettero Giuseppe Garibaldi e Benedetto Croce – si leggeva qualche giorno fa su La Stampa – Ma anche nel prossimo parlamento la Camera Alta di preannuncia già come quella più vivace». Del resto negli ultimi anni i destini politici del Paese si sono decisi proprio in questo palazzo. Qui, a inizio legislatura, si consumò il drammatico strappo all’interno del centrodestra e la scissione da Forza Italia. E sempre qui, esattamente quattro anni fa, i senatori votarono la decadenza da parlamentare di Silvio Berlusconi, modificando per sempre la storia della legislatura. Curiosità tra le curiosità, Palazzo Madama sembra destinata a conquistare un ruolo centrale anche in futuro. Alcuni giorni fa il segretario Matteo Renzi ha rivelato di volersi candidare proprio al Senato. Voleva cancellarlo con la sua riforma costituzionale, adesso si prepara a diventarne un frequentatore abituale.

X