Pensiamoci bene. Chi più di ogni altro ha bisogno, di questi tempi, di difendersi efficacemente sul piano mediatico giudiziario? Non Matteo Renzi, che ormai nella vicenda Consip è di fatto passato al contrattacco, non Luca Lotti, che ha individuato nello studio legale Coppi la forma migliore per fugare ogni dubbio su di sé, non Virginia Raggi, la quale pure, vista la situazione in cui versano la sua giunta e la Capitale, non si capisce perché ancora non sia corsa ai ripari. Eppure oggi il soggetto più bisognoso di tutela è l’Arma dei Carabinieri.
Carabinieri accusati di aver abusato di giovani ragazze straniere a Firenze, in una vicenda per la verità assai complessa e incerta. Carabinieri – anche di altissimo prestigio come l’ormai storico Capitano Ultimo (oggi colonnello) – non accusati dalla magistratura direttamente, ma sotto il tiro di solita certa stampa che magari prepara il terreno per possibili evoluzioni e che trova la per nulla paradossale sponda negli editoriali firmati su Repubblica da Calabresi.
La Benemerita è, tra le nostre forze dell’ordine, per la sua fisiologica specialità, la più amata, rispettata e altamente considerata. Parafrasando un fortunato spot degli anni ’80, è «la più amata dagli italiani» e per questo è particolarmente pericoloso ciò che sta avvenendo.
Questa stima l’Arma se l’è guadagnata formando uomini (e poi donne) d’onore. Abusi, malversazioni, comportamenti arroganti e pretestuosi, che pure i cittadini riscontrano purtroppo da parte di altri servitori dello Stato, sono sempre stati lontani anni luce dal modus operandi dell’Arma.
Questa stima l’Arma se l’è guadagnata formando uomini (e poi donne) d’onore. Abusi, malversazioni, comportamenti arroganti e pretestuosi, che pure i cittadini riscontrano purtroppo da parte di altri servitori dello Stato, sono sempre stati lontani anni luce dal modus operandi dell’Arma.
Il tentativo di screditare uomini che hanno dimostrato con i fatti di essere «nei secoli fedeli» non è nuovo e lo sanno bene, solo per citare i casi degli ultimi anni, i generali Giampaolo Ganzer e Mario Mori, che hanno vissuto un inferno di tribolazioni.
E nemmeno è nuova la tempistica di certe rivelazioni, se pensiamo che la prima notizia che alla vigilia di Natale 2016 dà conto dell’iscrizione del comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, è pubblicata dal Fatto Quotidiano poche ore prima che il Consiglio dei ministri si pronunci proprio sulla proroga di Del Sette al vertice dell’Arma.
La novità su cui alcuni puntano e altri contano è che regga la versione del Capitano Ultimo come un esaltato. Sarebbe in pratica un tizio che mantiene riserbo benedettino sull’arresto di Riina e l’assalto alla Cupola per puntare tutto molti anni dopo su incastrare, con pochi argomenti, la Famiglia Renzi.
Il comando generale dovrebbe attivare almeno il livello di allertamento «Charlie», anche se è di tutta evidenza che trattandosi di attacco in corso bisognerebbe essere passati a livello «Delta». Considerazioni come queste, più autorevolmente, sarebbero già state consegnate ai vertici dei Carabinieri dal compianto presidente Francesco Cossiga, ma ahimè ciò non è più possibile.
*esperto in litigation communication