Brutti, cattivi, antipatici, provinciali, spocchiosi. No, non sto parlando di chi lavora alle poste e tira giù le tendine della sua postazione nonostante ci siano 40 persone in fila, siano le 14 di un giorno qualunque e faccia tremendamente caldo. No, non sono loro ma sto parlando di quella squadra di Roma che viene spesso, troppo spesso, anzi quasi sempre, bistrattata dalle società più grandi, quelle che fatturano centinaia di milioni di euro, quelle che hanno vinto scudetti a due cifre o che ormai da tempo sono un punto fisso nell’ Europa che conta.
Ecco, oggi quel cigno nero che si chiama Lazio è forse una delle realtà, delle sorprese, più belle del campionato. Ma andiamo con ordine perché troppo spesso ci si dimentica della storia: i tifosi non riempiono lo stadio per contestare Lotito. I suoi modi, le sue decisioni, probabilmente. Un amore, comunque, mai sbocciato tra queste due parti fondamentali per la squadra biancoceleste. Una stagione, anzi due stagioni dopo, la Lazio vende due dei suoi migliori giocatori, Biglia e Keita. Lotito incassa quello che vuole, sempre. Le regole del calciomercato sono molteplici, una di queste dice che Lotito ottiene sempre ciò che vuole. La Lazio incassa e Tare, uno dei Direttori sportivi migliori del nostro campionato, mette a segno dei colpi, in silenzio. Mettiamoci anche che la storia della Lazio cambia quando El Loco Bielsa, due stagioni fa, rifiuta di allenare la squadra biancoceleste, al suo posto arriva un timido Inzaghi. Simone ovviamente. Da giocatore messo sempre in ombra dalle gesta prodigiose e quasi divine del fratello che fa una carriera illegale e piena di trofei, soprattutto con il Milan. Ma sulla panchina è tutta un’altra cosa. Stagione positiva, Europa League conquistata, vittoria contro la Juventus nella Supercoppa Italiana e un inizio di campionato che fa desiderare lo scudetto.
Ma Immobile, fuoriclasse totale di questa squadra, oltre che bomber e trascinatore, predica calma, sangue freddo ma mai dire mai. Una Lazio bella, bellissima, un attaccante incredibile, il più in forma in Italia in questo momento, è uno dei migliori in europa e un allenatore che ci crede. Un sogno è pur sempre un sogno. Certo questa non è la Lazio che vinse lo scudetto nel 99/2000, quella di Nedved, Crespo, Mihajlovic, Stankovic, Mancini, Verón, Simeone, Salas, Bokšić e poi, e poi proprio Simone Inzaghi. Brutti, antipatici, gregari, provinciali. Forse si ma cosa costa sognare con un’aquila nel cielo?