Danni della solitudine, il male oscuro che nuoce più di 15 sigarette al giorno

Il calcolo è stato fatto dal ministero della Salute inglese, perché in Gran Bretagna la solitudine è considerata la prima emergenza sociale. E non si tratta di un problema che colpisce solo gli anziani. È ora di ricominciare a conoscerci, per esempio attraverso un buon vicinato.

L’uomo è un animale sociale e in quanto tale ha bisogno di interagire e di trovare il proprio posto all’interno della comunità. Per questo quando non ci riesce entra in crisi, mettendo in discussione tutto il proprio mondo. Eppure la solitudine non viene ancora considerata come dovrebbe: ossia un male pericoloso. Ci sforziamo di combattere il fumo, l’alcol e la droga, per i mali fisici e mentali che ci producono. Giusto. Ma trascuriamo i rimedi contro il male oscuro della solitudine che in realtà non colpisce solo le persone più anziane, ma sta esplodendo anche tra i giovani. Più connessi, più soli. È il destino dell’uomo contemporaneo: la tecnologia dovrebbe avvicinarci, grazie ai suoi effetti moltiplicatori in termini di «rete», ma in realtà tutte le statistiche ci segnalano sempre più soli. Da piccoli, con i ragazzi chiusi nelle loro tribù, e da grandi con gli anziani che sentono la vita allungarsi ma i rapporti umani rarefarsi.

Mi ha colpito un’inchiesta del quotidiano inglese The Guardian che segnala come ormai in Gran Bretagna la solitudine sia diventata un problema per il sistema sanitario nazionale. Una vera emergenza, e non solo per gli anziani. L’ultimo Rapporto delle amministrazioni locali la descrive come la prima priorità dei governi locali. E arriva anche a quantificare i rischi per salute, paragonandoli a quelli legati al fumo. In pratica: essere soli è peggio che fumare più 15 sigarette al giorno. Quasi un pacchetto.

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