America e Inghilterra sono separate da un Oceano, quasi 250 anni di indipendenza e da accenti diversi che saranno sempre più diversi. Non bastasse tutto questo, hanno anche delle parole dell’anno diverse. Per il Merriam-Webster il 2017 vede vincitore “Feminism”, quasi a suggello pol.corr dell’ondata di denunce per molestie che ha travolto Hollywood (tranne alcuni intoccabilissimi). Il blog di Oxford Dictionary (per cui non la parte più “ufficiale”, che ha preferito un banale “Youthquake”) non fa scelte politiche ma si affida al dato, oggettivo e ufficiale, della parola più cercata dagli utenti sul loro dizionario online. Non è “feminism”, ma la più simpatica “covfefe”.
La cosa più strana è che “covfefe” non è neanche una parola, ma una serie di lettere senza senso apparse alla fine di un tweet (anche quello senza senso) del presidente Usa Donald Trump. È il completamento automatico – ma sbagliato – di “coverage”, in quel caso riferito alla copertura mediatica e, in generale, ostile al presidente repubblicano.
Ma se habent sua fata libelli, tanto più vale anche per i verba, e allora Covfefe ha preso vita, si è animato ed è andato a divertire milioni di americani e non solo. È finito su tazze, magliette e addirittura è stato trasformato in una legge, il COVFEFE Act (Communications Over Various Feeds Elecronically for Engagement), presentata dal deputato americano Mike Quigley che, se approvata, permetterebbe di conservare negli archivi nazionali tutti i tweet personali del presidente. Per controllare le sue azioni, certo. Ma anche per farsi qualche risata.