Di Maio fa il milanese: così il leader Cinque Stelle vuole conquistare il Nord

Il candidato premier del Movimento 5 Stelle ha scelto di passare lunghe giornate nel capoluogo lombardo per preparare la sua sfida del 2018. Deve farsi conoscere e spostare il baricentro del partito verso Nord. Per lui una girandola di incontri ancora tutta da valutare

Ai leader politici che si trasferivano armi e bagagli al Sud per una o due settimane, ci eravamo abituati. Lo si è visto spesso in Sicilia, anche il mese scorso per le Regionali. E’ servito a raccogliere voti e a far vedere che in Italia non ci sono terre dimenticate. Almeno fino al giorno delle elezioni. Ma che un aspirante premier partisse in missione per il Nord, non si era visto in tempi recenti. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e frontman del Movimento 5 Stelle, lo sta invece facendo. Perché è affondando la punta del compasso su Milano che alle elezioni Politiche di primavera, mai così aperte, il suo partito può pensare di fare davvero la differenza. Finora il M5S ha mantenuto infatti un baricentro spostato a Sud, ma la partita del 2018 sarà dove ci sono più seggi parlamentari in palio. Dove l’economia si muove più veloce. E, non banalmente, dove è più forte l’avversario da logorare: in questo momento è il centrodestra del duo milanese Berlusconi-Salvini.

Il campano Di Maio sta facendo base proprio a Milano, alternando la sua presenza a Roma. Abito scuro, cravatta e camicia bianca restano la sua divisa d’ordinanza. Istituzionale ma rassicurante. Non fa comizi, non è tempo. Di Maio va invece a incontrare caso per caso gli interlocutori che gli possono essere utili a conoscere il tessuto sociale e a seminare le idee di governo, sperando nel sostegno elettorale al momento giusto. E’ un po’ quello che tutti gli altri suoi avversari, con stili e squadre diverse, stanno facendo. Matteo Renzi compreso. Il leader Pd in treno, il candidato grillino su un mini-van e una delegazione snella. Quando c’è un momento ‘morto’, Di Maio passa dal Pirellone, la sede del Consiglio regionale della Lombardia, dove il gruppo grillino conta nove membri.

Praticamente sempre ci sono Stefano Buffagni, uomo lombardo di Di Maio, e gli addetti alla comunicazione, che curano l’agenda ma anche le continue dirette Facebook delle visite. Sempre più spesso ci sarà poi Dario Violi, giovane consigliere regionale bergamasco che è stato scelto come candidato governatore nel 2018 in Lombardia

Di Maio al Nord deve farsi conoscere, anche per questo parlerà alle tivù locali. Sta incontrando diversi imprenditori, recente è stato per esempio il confronto con Confcommercio: tutto è di fatto partito dal debutto di settembre nel salotto buono di Cernobbio, quando l’approccio mostrato su temi delicati come l’uscita dall’euro è diventato più soft. Ma Di Maio sta anche incontrando cittadini che rischiano il posto il lavoro, come le dipendenti della Canali di Carate Brianza; i volontari dei City Angels, che gestiscono un rifugio per homeless alla periferia di Milano; cooperative agricole e sociali; luoghi simbolo come il Pio Albergo Trivulzio, monumento alla generosità ambrosiana ma anche snodo dello scandalo di Mani Pulite. Con il candidato premier 5 Stelle ci sono di volta in volta gli accompagnatori legati al territorio, consiglieri comunali o regionali, semplici attivisti. A Vimercate ha giocato in casa: lì il sindaco è grillino.

Praticamente sempre ci sono Stefano Buffagni, uomo lombardo di Di Maio, e gli addetti alla comunicazione, che curano l’agenda ma anche le continue dirette Facebook delle visite. Sempre più spesso ci sarà poi Dario Violi, giovane consigliere regionale bergamasco che è stato scelto come candidato governatore nel 2018 in Lombardia. Contro Giorgio Gori e (probabilmente) Roberto Maroni. La campagna del Nord del Movimento 5 Stelle appare una scelta dirimente. Perché finora i risultati raccolti alle urne sono stati scarsi, almeno nelle partite che contano a livello nazionale. Per di più a Milano più che altrove gli echi della stagione romana di Virginia Raggi sono vissuti con un misto di diffidenza e ironia. Rischiano cioè di non far mettere radici.

Il Nord è dunque una terra da convincere con cautela, se il Movimento 5 Stelle vuole combattere alla pari con il centrodestra. Argomenti come il reddito di cittadinanza possono essere controproducenti se non accompagnati da altre proposte. Perché al Nord il rischio è di passare per assistenzialisti. Obiettivo: promettere meno tasse, meno burocrazia, più legalità anche nell’accoglienza dei nuovi migranti, mobilità sostenibile ma senza penalizzare i piccoli imprenditori. Difficile ancora dire se la costante presenza di Di Maio a Milano in queste settimane stia portando frutti. Chi incontra lo accoglie bene, è interessato a capire che cosa ha da dire uno dei tanti potenziali vincitori delle prossime elezioni Politiche. E la sua presenza, oltretutto, porta i riflettori dove spesso faticano ad accendersi. Molti incontri sono però a porte chiuse, e quasi nessuno affretta un giudizio sull’aspirante premier più giovane sul palcoscenico nazionale. Perché è iniziato il momento in cui tutti incontrano tutti. Ascoltano, annotano, si scambiano sguardi. E poi decidono.

Twitter: @ilbrontolo

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