Stonehenge? Non era altro che un cimitero per ricchi

Le sepolture vicine, il villaggio poco distante, lasciano pensare che, in realtà, il cerchio di pietre serviva a onorare i defunti più potenti della comunità

Un enorme cimitero di persone potenti. Dopo decenni di speculazioni e ipotesi è questa la conclusione cui sono arrivati (per ora) gli studiosi del sito archeologico britannico di Stonehenge. Centro di richiamo di tutta l’Inghilterra del Neolitico, la struttura, vecchia di 4.500 anni, è ora una meta turistica per i curiosi e ritrovo per gli hippie che aspettano, come facevano – pare – già migliaia di anni fa, i solstizi. Per anni le sue rocce, distribuite in modo regolare, hanno suscitato domande e dubbi: a cosa servivano? Perché erano disposte in cerchio? In che modo sono state realizzate? Forse adesso una risposta (parziale) c’è.

Una svolta, come si spiega in questo breve ma interessante video dello Smithsonian Magazine, avvenuta dopo la recente scoperta di un antico villaggio a un paio di chilometri di distanza, dove vivevano i costruttori di Stonehenge. Si trattava di un gruppo di persone “venute da tutte le parti della Gran Bretagna per celebrare il solstizio d’inverno”. Stonehenge non era, insomma, un monumento locale per persone della zona, ma aveva già ambizioni, per così dire, nazionali. In più sorgeva sopra un luogo di sepoltura molto più antico, che forse – immaginano – è la ragione stessa dell’esistenza del cerchio di pietre.

Secondo le analisi condotte dai ricercatori, le ossa trovate sul posto non presenterebbero segni di morte violenta. Al contrario, tutto lascia supporre che le sepolture sarebbero avvenute in modo molto accurato, con il rispetto e l’attenzione che, sostengono i professori, sarebbe da attribuire alle persone potenti. Insomma, un cimitero di gente importante, segnalato da un cerchio di pietre che, ancora oggi, attira visite e rispetto.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter