A volte ritornano. Da Fassino a Sgarbi e Bonino, i grandi rientri in Parlamento

Gli esordienti conquistano la scena, ma nella nuova legislatura ci sono anche tanti parlamentari di cui si erano perse le tracce. Dopo qualche anno lontani dal palazzo riecco Emma Bonino e Piero Fassino, Stefania Craxi e Guido Crosetto. Tornano molti ex An e qualche assessore regionale pentito

La prima volta che Emma Bonino è entrata alla Camera aveva 28 anni. Era il 1976. Quarantadue anni più tardi, rieccola varcare le porte del Parlamento. Lunedì scorso la leader radicale si è presentata a Palazzo Madama per la formale registrazione riservata ai neoeletti. Telegramma di convocazione alla mano, si è messa ordinatamente in fila per firmare i documenti necessari e scattare la foto di rito. Definirla una senatrice di lungo corso non rende neppure l’idea. L’ex ministro degli Esteri è giunta alla nona legislatura, quasi un record. Eppure era da cinque anni che non si vedeva tra i palazzi della politica, almeno in veste di parlamentare.

A volte ritornano. Dimenticati e ripescati. Di qualcuno si erano perse la tracce, altri avevano preferito dedicarsi ad altro. Dopo una pausa lontano dalle Camere, adesso sono di nuovo parlamentari. Molti passano inosservati: in una legislatura formata per gran parte da esordienti, la curiosità è tutta per i nuovi entrati. Eppure ci sono anche loro. Neodeputato di Forza Italia, martedì scorso il critico d’arte Vittorio Sgarbi è arrivato a Montecitorio tra i primi. Deputato dal 1992 al 2006, si è accreditato nella sala del Mappamondo insieme a decine di matricole a Cinque stelle. Quasi uno smacco, per chi ha avuto il coraggio di sfidare Luigi Di Maio nel suo collegio campano. Tra tanti sconosciuti è stato avvistato anche il costituzionalista Stefano Ceccanti. Un altro volto noto. Senatore del Pd fino al 2013, non ricandidato alle elezioni di cinque anni fa, ora rieletto dopo una legislatura di pausa. In questi anni il parlamentare del Partito democratico è tornato a insegnare all’università. Nell’epoca del ricambio generazionale, i rientri in politica restano casi rari. Solo a Montecitorio il tasso di rinnovamento parlamentare sfiora il 66 per cento. Nel gruppo della Lega Nord e dei Cinque Stelle i deputati al primo incarico rappresentano, rispettivamente, l’86 e il 73 per cento. Sfuggono poche eccezioni. Tra i grillini ha conquistato un seggio da parlamentare Elio Lannutti, giornalista e presidente dell’Adusbef. Era già stato senatore nel 2008 con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Dopo un lungo avvicinamento al movimento di Grillo, stavolta rientra a Palazzo Madama da convinto pentastellato.

Tra i ritorni eccellenti c’è anche Piero Fassino. L’ex segretario Ds era rimasto a Montecitorio fino al 2011. Con buona pace di chi inneggiava alla rottamazione, adesso torna alla Camera. Ventiquattro anni dopo il suo primo ingresso

Tra i leghisti spicca la vicenda dell’avvocatessa Giulia Bongiorno. Già deputata nella XV e XVI legislatura, un passato politico al fianco di Gianfranco Fini, adesso torna in Parlamento con Matteo Salvini. Una figura nota al grande pubblico, trasversalmente apprezzata, tanto da essere finita tra i papabili per il ruolo di presidente del Senato. Con una vistosa spilletta di Alberto da Giussano al bavero della giacca, pochi giorni fa si aggirava per Montecitorio anche Luca Paolini. Neodeputato del Carroccio. Non tutti lo ricordano, eppure a suo modo è stato un innovatore. Uno dei primi leghisti a varcare i confini del Po. Avvocato marchigiano, dieci anni fa era stato eletto alla Camera in Toscana. Antesignano di un esercito di parlamentari che stavolta hanno conquistato un seggio nelle regioni del Centrosud. Dopo cinque anni di pausa, anche Paolini torna in Parlamento. E con lui si rivedono i leghisti Maurizio Fugatti, Erica Rivolta e Mario Pittoni. Storia diversa per Massimo Garavaglia, che alle elezioni del 2013 aveva conquistato un seggio al Senato. Ma era tornato subito in Lombardia, chiamato da Roberto Maroni per il delicato ruolo di assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione. Uno dei pochi stretti collaboratori dell’ex governatore di cui Salvini si fida. Non a caso, oggi rieletto a Palazzo Madama.

Tra i ritorni eccellenti c’è Piero Fassino. L’ex segretario Ds era rimasto a Montecitorio fino al 2011. Con buona pace di chi inneggiava alla rottamazione, adesso torna alla Camera anche lui, ventiquattro anni dopo il suo primo ingresso. Al Senato si rivede Stefania Craxi, figlia dello statista socialista. In passato già deputata per due legislature con Forza Italia. Negli ultimi anni c’è chi si è preso una pausa e chi non è riuscito a farsi eleggere. Altri evidentemente hanno cambiato idea. Valentina Aprea aveva lasciato Montecitorio nel 2012 per andare in Lombardia. Da sempre vicina al presidente Berlusconi, responsabile scuola di Forza Italia, dopo tanti anni alla Camera aveva deciso di dedicare il suo impegno al territorio, come assessore all’Istruzione nella giunta Formigoni. Oggi torna sui suoi passi e varca nuovamente le porte della Camera. E dopo una legislatura a casa, rientrano in Parlamento anche i berlusconiani Osvaldo Napoli e Luigi Vitali.

Diversi ritorni anche nel gruppo di Fratelli d’Italia. Tra molti volti nuovi, il partito di Giorgia Meloni riporta alle Camere alcuni storici parlamentari di Alleanza Nazionale. C’è Adolfo Urso, già viceministro alle Attività produttive. Marco Marsilio, coordinatore laziale del partito, che rientra a Montecitorio dopo cinque anni. E con lui Alessio Butti, Paola Frassinetti, Tommaso Foti, Alberto Balboni. Riprende il suo scranno da deputato anche Guido Crosetto, un passato in Forza Italia, tra i fondatori di Fratelli d’Italia. Dopo una breve esperienza alla Camera tra il 2006 e il 2008, rientra a Montecitorio anche Renzo Tondo, già governatore del Friuli. Caso più unico che raro, il deputato di Forza Italia già rischia di tornare a casa. Per lui – in competizione con il leghista Massimiliano Fedriga – sarebbe già pronta la candidatura del centrodestra alla presidenza della Regione.

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