Usare le abitudini per cambiare vita, il paradosso che funziona

Per introdurre un cambiamento nella vita o nel lavoro è infatti necessario concentrarsi sui processi da seguire, non sugli obiettivi. Il cambiamento è infatti l’adozione sistematica di meccanismi che producono risultati diversi dagli attuali

Siamo a marzo, e i buoni propositi per l’anno nuovo sono in buona parte svaniti, perché essi degradano col tempo. Per introdurre un cambiamento nella vita o nel lavoro è infatti necessario concentrarsi sui processi da seguire, non sugli obiettivi. Il cambiamento è infatti l’adozione sistematica di meccanismi che producono risultati diversi dagli attuali, e questi meccanismi richiedono di essere integrati nelle routine quotidiane per funzionare senza bisogno di un costante controllo. Essi sono le abitudini.

Oltre il 45% delle azioni che compiamo tutti i giorni sono abitudinarie, secondo uno studio dell’Università di Duke. Significa che ognuno di noi ha un potenziale enorme. Non a caso, molti dei tratti comuni delle “persone di successo” sono classificati come abitudini. E la cosa più interessante è che, come spiega Charles Dhuigg in La dittatura delle abitudini, basta adottarne, o cambiarne una, di abitudine, per avviare una spirale di cambiamenti.

Come funziona un’abitudine

Un’abitudine è un processo strutturato in tre parti:

  1. Innesco
  2. Svolgimento
  3. Premio

L’innesco è un singolo momento in cui un determinato desiderio si manifesta, come la fame. Mentre non possiamo fare nulla per evitare che questo accada, possiamo intervenire per determinare le azioni da compiere per soddisfare il desiderio (mangiare un dolce o un frutto).

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