Per i candidati la fase più temuta del processo di selezione è senza dubbio quella del colloquio. A chi si propone per una posizione viene data l’occasione di dimostrare se il proprio profilo combacia con quanto ricercato. Come ricorda un famoso detto “non c’è una seconda occasione per fare una buona prima impressione” e così quei pochi minuti del colloquio possono diventare la nostra unica possibilità di ottenere il lavoro che vogliamo.
Capita poi che, dopo l’intervista, il candidato si ritrovi a vagare nell’incertezza: Sarò piaciuto? Gli altri saranno stati meglio? Verro preso?
Queste domande, nella maggior parte dei casi, si traducono in un controllo spasmodico della casella di posta o del cellulare, in attesa di quella email o di quella chiamata che potrebbe cambiare il nostro percorso lavorativo.
Molto spesso, però, questa email e questa telefonata non arrivano. Non è una buona pratica ma molte aziende non comunicano nulla ai candidati che non hanno superato il colloqui, limitandosi a mettersi in contatto con chi è stato giudicato positivamente. Ecco allora che diventa importantissimo – anche per la nostra serenità mentale – stare attenti ai segnali che il selezionatore ci manda durante l’intervista.
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