Inviare il tuo Cv è il miglior modo di accorgersi che non interessi a nessuno

Linkedin, gruppi di aiuto Whatsapp, e poi ti ritrovi a fare colloqui nella startup messa su coi soldi del papi. Mandare curriculum erode. Forse aveva ragione Poletti: più utile giocare a calcetto (se anche lì non foste delle pippe)

Da unsplash.com

Mandare cv è un’esperienza terribile, snervante. Che voi siate nati con in corpo la bile di Adolf Hitler o la serafica paciosità di un piccolo Buddha, dopo le prime 24 ore di invii sarete già color verde Hulk. Garantito. Ci sono una serie di bizzarre anomalie da affrontare, piccoli fastidi che via via si configurano come quella leggendaria tortura della goccia d’acqua cinese. Mandare cv erode, con la e minuscola. Perché la strage degli innocenti, in questo caso, vede voi come indiscussi protagonisti. Solo che invece di chiamarsi “strage”, prende il nome più umano, più vero, di “stage”.

Partiamo da un presupposto importante: se state mandando cv vuol dire che avete bisogno di un lavoro. Per l’affitto, perché vi va, per non restare a casa a fissare le pareti mentre fuori è primavera. Qualunque siano le vostre motivazioni, resta che un impiego al momento non l’avete e, quindi, a meno che non siate a caccia del primo lavoro, qualcosa è andato storto: siete stati licenziati, avete mandato al diavolo il vostro ultimo boss carogna, avete deciso di mollare tutto e partire per l’Islanda salvo poi rendervi conto che per camparci no, non sarebbe bastato sapere a memoria tutta la discografia di Bjork. Una gran bella fregatura in ogni caso, nata dalle più eroiche intenzioni, ma comunque una gran bella fregatura.

Mandare cv erode, con la e minuscola. Perché la strage degli innocenti, in questo caso, vede voi come indiscussi protagonisti. Solo che invece di chiamarsi “strage”, prende il nome più umano, più vero, di “stage”

Ora, dopo anni di esperienza tra uffici, coworking, colleghi più o meno fastidiosi a cui siete sopravvissuti brillantemente vi ritrovate nella strana situazione di dovervi vendere. E di dovervi vendere bene. Ma come? Quello che ho fatto finora non parla già per me? No, non interessa a nessuno chi sei e da dove arrivi, riparti da zero, come un neolaureato di belle speranze. Anzi, peggio, perché dall’epoca del tuo alloro è passato molto più tempo e chi potrebbe darti un lavoro non è del tutto certo che tu il dialetto milanese del 1300 studiato per lo scritto di Filologia te lo ricordi ancora a menadito. E ha ragione, tra l’altro. Poi più lungo è il tuo cv, più rischi di dare l’impressione di essere uno di quei piantagrane che vorrebbe addirittura farsi pagare in cambio del suo tempo, del suo impegno. Non scherziamo.

Oh, poveri piccoli esperti di comunicazione, disgraziatissimi letterati, dev’essere tremendo: se solo in Italia ci fossero più miniere di carbone, l’avreste già risolto questo inghippo del lavoro. Peccato, direbbero i più cinici.

Il fatto è però che voi cinici proprio non lo siete e allora via a riordinare le esperienze lavorative passate aggiungendo qualche mese di qua e qualche skill di là per non dare l’impressione di essere sempre stati i classici nati per subire che fanno parkour tra un contratto a tempo determinato e una bestemmia. Però lo sapete che lo siete. E ricordarvelo raggiunge un livello di spiacevolezza simile a quello di avere un Mike Tyson dei tempi d’oro che vi tira pacche sulla schiena ad ogni refresh della vostra, silente, casella di posta.

Poi più lungo è il tuo cv, più rischi di dare l’impressione di essere uno di quei piantagrane che vorrebbe addirittura farsi pagare in cambio del suo tempo, del suo impegno. Non scherziamo

Poi c’è la perizia con cui si limano le virgole, si googlano certezze grammaticali e sintattiche fino a quel momento granitiche perchè, dai, volete piazzare un refuso proprio nella (breve ma ficcante) lettera di presentazione? Consultate gli amici, si aprono gruppi whatsapp in cui manca solo la compianta anima di Umberto Eco, dove l’appassionante domanda del giorno può essere: si scrive “di lavoro” o “per lavoro”?”. Le preposizioni sono importanti.

Quale che sia il responso finale su ogni problematica squisitamente linguistica che fino al giorno prima non avevate, passiamo alla questione “destinatario”: ecco, a chi state scrivendo per affidargli le vostre speranze di stipendio future? Non è dato sapere. Avete trovato un annuncio su Linkedin, la maggior parte delle volte pure senza mail o numero di telefono ma sul sito dell’azienda siete riusciti a scovare un indirizzo generico, quel [email protected], un’entità senza volto che potrebbe visionare la vostra richiesta, magari fra qualche mese, quando gli verrà in mente di ripulire la cartella spam. Vi troverà lì, tra un enlarge your penis e una russian girls wanna chat with you. Roba da rimpiangere le offerte di pediluvi coi pesci rossi che andavano tanto di moda tempo fa. Anche voi andavate di moda tempo fa. Ma a questo paragone è meglio non pensare.

Perché sì, questa è una delle parti più divertenti: i cv non li legge nessuno. Bisogna entrare nell’erosiva ottica per cui dopo tutto questo processo di imbellimento a colpi di scalpello delle vostre vite lavorative, la mail che avete steso con una dedizione tale per cui alla fine vi sorprendete ipnotizzati davanti allo schermo del Mac mentre gli chiedete “Perché non parli?”, ecco, proprio quel piccolo grande capolavoro di oratoria post-moderna non è altro che la centesima richiesta arrivata a quella stessa azienda, quello stesso giorno, per quella stessa identica posizione a cui ambite. Nessun dubbio sul fatto che voi siate migliori di tutti gli altri candidati, persistono invece perplessità sulle effettive chance che avete di giungere alla fase del colloquio e dimostrarlo.

Avete trovato un annuncio su Linkedin, la maggior parte delle volte pure senza mail o numero di telefono ma sul sito dell’azienda siete riusciti a scovare un indirizzo generico, quel [email protected], un’entità senza volto che potrebbe visionare la vostra richiesta, magari fra qualche mese, quando gli verrà in mente di ripulire la cartella spam

Doveste essere fortunati e trovarvi finalmente davanti a Mr. LavoraConNoi scoprirete le ampie possibilità di visibilità che l’impiego proposto potrebbe garantirvi full time (che tradotto significa: non ti daremo una lira), la magia di entrare in un team giovane e innovativo (quattro scappati di casa annoiati che hanno messo su una società coi soldi del papi, soldi che comunque non hanno intenzione di darvi), l’originale guizzo della start up nata per consegnare a domicilio chicchi di caffè appesi ai lobi delle orecchie dei fattorini. Ecco, voi sareste i fattorini. “Primo mese gratis ma poi vedrai quanto guadagni con le provvigioni”.

Provvedete dunque a prendere la porta. Avete delle cose importanti da fare: tornare a inviare cv a caccia di una nuova emozionante avventura. Con lo spettro dello stage sulla spalla destra, quello dell’affitto sulla sinistra e in testa le parole di quell’ex Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che un bel mattino della passata primavera si svegliò dicendo che per trovare un impiego sarebbe più utile giocare a calcetto che mandare curricula.

Vi fate un caffè, amaro come il vostro sorriso mentre realizzate che alla fine poco male: tanto pure a calcetto siete delle pippe colossali.