Salvini, Di Maio: volete uscire dall’Euro? Ditelo chiaramente

Il motivo della rottura tra Lega-5Stelle e Mattarella non può essere solo il nome di Savona. Nel discorso del presidente della Repubblica sembra esserci un grande non detto: un piano per uscire dall'Euro. Da adesso in poi, sarebbe bene che tutti giocassero a carte scoperte

FABIO FRUSTACI / AFP

C’è ancora qualcuno disposto a credere che lo sconosciuto (agli elettori di Lega e M5S, ma almeno anche a Di Maio, fino a un mese fa…) Paolo Savona sia il vero, unico motivo che ha portato Salvini e il leader grillino al durissimo scontro con Mattarella?

La domanda è retorica, perché più passano le ore e più risulta politicamente insostenibile la scelta di Matteo Salvini (Di Maio, in questa fase, fa lo sparring del leader leghista). A parte la propaganda più facile, non c’è un motivo che sia uno, che possa giustificare il No della Lega a Giorgetti ministro e la fine dell’intesa giallo-verde. Urlare ‘Savona o morte’, nella migliore delle ipotesi può essere visto come il modo più facile di correre alle urne, evitando il duro confronto fra la realtà e il mitico contratto. Questa, ripetiamo, è la lettura più ‘buonista’.

Perché ora occorre tornare al drammatico accenno del presidente Mattarella a un tema mai posto – ci ha ricordato il presidente della Repubblica – agli elettori: l’uscita dell’Italia dall’Euro. Fra i tanti passaggi importanti del discorso di ieri, è quello con minori spiegazioni fornite dallo stesso Capo dello Stato.

A cosa si riferiva Sergio Mattarella? Al famoso ‘piano B’ del professor Savona, ipotesi più tranquillizzante a ben vedere, oppure a qualcosa di inconfessabile, sotto traccia, una sorta di disegno per portarci fuori dalla moneta unica, di cui il buon vecchio professor Savona sarebbe stato semplicemente uno strumento, più o meno inconsapevole?

C’è qualcosa che non ci è stato ancora detto fino in fondo e non lo scriviamo per alimentare balzane idee di complotti, ma perché non tutto torna. Salvini e Di Maio che buttano all’aria il loro governo del cambiamento, Mattarella irrigidito sulla linea del Piave. Fino a ieri mattina, il tema discusso in pubblico era fare la faccia feroce a Bruxelles, non certo abbandonare Euro e Ue. Oggi, si parla tranquillamente di una campagna elettorale-referendum, su moneta unica ed Europa. Escludendo che questo potesse essere il fine ultimo di Mattarella, non resterebbe che l’altra ipotesi: il nascente governo non lo diceva, ma lo pensava. Almeno, non lo escludeva. Più che sufficiente per mandarci tutti in malora.
Da adesso in avanti, almeno, che le carte siano scoperte: se qualcuno coltiva questa pazza idea lo dica e ne spieghi finalità e conseguenze.
È l’ora che tutti i protagonisti in scena si assumano le loro responsabilità fino in fondo e, visto che ci siamo, lasciando in pace vanesi professori di tutte le età.

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