Quesiti linguisticiBiglietti “volati” e “viaggiati”? Risponde la Crusca

“Eventuali biglietti acquistati e non volati non vengono rimborsati”, scrive una compagnia aerea. Il commento dell’Accademia della Crusca

Tratto dall’Accademia della Crusca

Il primo sintagma che ci viene proposto, biglietti volati, risulta abbastanza diffuso in rete nell’uso di compagnie aeree e agenzie turistiche per indicare ‘biglietti venduti e utilizzati per un volo aereo’.

Cosa devo fare se non trovo accreditate le miglia relative a un volo?

– Per biglietti sui voli Alitalia, puoi effettuare la richiesta direttamente online tramite il servizio “Richiedi Miglia” o tramite il Servizio Clienti del tuo Club di appartenenza.

– Per biglietti volati con Partner aerei, o per acquisti nella boutique di bordo Griffair, devi inviare una copia leggibile della carta d’imbarco e del biglietto o gli scontrini dell’acquisto effettuato, indicando nome e codice MilleMiglia, […] (Domande frequenti [a proposito del] programma MilleMiglia, https://www.alitalia.com/content/dam/alitalia/files/IT/millemiglia/PDF_FAQ_earn_ITA.pdf)

È evidente che non si tratta in questo caso né di biglietti volati via, come nel passo “[…] un’esplosione di biglietti volati in tutte le direzioni e planati dolcemente a terra” (Nicolas Barreau, Parigi è sempre una buona idea, Feltrinelli 2016), né di biglietti esauriti in pochissimo tempo come in questo titolo della “Gazzetta di Mantova” (19/2/2017): Sting, 1.200 biglietti volati in un giorno. In questi due casi i biglietti hanno fisicamente o metaforicamente preso il volo.

L’uso del participio con valore aggettivale accordato in genere e numero con il soggetto presuppone essere come ausiliare – le navi/ gli aerei (sono/erano) partite/partiti – o il valore passivo – le valigie (sono/erano state) trasportate, i biglietti (sono/erano stati) acquistati, utilizzati. Volare prevede l’ausiliare essere, se usato assolutamente, solo nel valore ‘librarsi in aria’ di oggetti leggeri come le piume (o anche i biglietti ma ‘in aria’ e non ‘a bordo di un aereo’) o ‘venire lanciato a distanza’, per esempio di proiettili o frecce. Nel valore di ‘muoversi nell’aria attraverso un’azione’, detto di animali alati o anche di aeromobili, del personale viaggiante su essi o dei passeggeri, l’ausiliare è avere. Solo nella sequenza [soggetto + verbo + preposizione + argomento], – i passeggeri (sono/erano) volati da Roma a Berlino – con il valore di ‘raggiungere un luogo’, ‘spostarsi da un luogo a un altro volando’ ha ancora ausiliare essere (cfr. Sabatini-Coletti 2008).

Quanto detto vale anche nel caso di sostantivi come valigia o bagaglio, che indicano oggetti trasportati a bordo di aereo: le valigie/i bagagli(sono/erano) volate/volati da Roma a Berlino. Più difficile applicarlo ai biglietti in quanto essi costituiscono ‘documento di trasporto’ piuttosto che ‘merce trasportata’.

Il caso in esame inoltre prevede l’uso assoluto del verbo al participio passato che richiama la forma passiva, teoricamente impossibile con un verbo intransitivo come volare (anche se si sta verificando uno slittamento verso la transitività del verbo quando l’oggetto indica il percorso di volo o lo spazio attraversato volando: così, stando alla rete, si possono ormai volare le tratte e anche i cieli).

È però vero, che nell’ambito del settore del trasporto aereo il sintagma passeggeri volati sta ormai sganciandosi dalla costruzione preposizionale (volati da/per/su) e sembra acquisire una sua autonomia.

Ma Ryanair procede con attenzione assoluta e costante ai costi: nei primi sei mesi del 2003 ha annunciato un aumento del 16% dei profitti (dopo ricavi di 843 milioni di euro nel 2002) e del 45% in passeggeri volati (Marina Firrao, L’avanzata dei vettori no frills, la concorrenza, gli aeroporti, “L’Agenzia di Viaggi”, 11/12/2003, http://ww2.lagenziadiviaggi.it/notizia_standard.php?IDNotizia=123334&IDCategoria=2425).

Con questi aerei si apriranno 40 nuove rotte, aumenterà il numero di passeggeri volati, si creerà nuova occupazione, nuovo indotto, etc. etc. (Ryanair investe 1 miliardo di euro in Italia. Ma è vero? 22/8/2016, https://fammivolare.boardingarea.com/ryanair-invests-in-italy/).

Guardando il Nord America, ecco una lista delle prime 15 compagnie aeree, in base al numero di passeggeri volati (Queste Sono Le Prime 15 Compagnie Aeree Del Nord America – 2018, https://it.thehessjourney.com/3924-these-are-top-15-airlines-in-north-america).

Una volta innescatosi, il processo si è esteso anche al “titolo” o documento di viaggio che accompagna il passeggero: il biglietto utilizzato per volare diventa il biglietto che ha/è volato.

Un biglietto può volare (in aereo) e può anche viaggiare (in treno o nave). Come segnala il lettore, l’uso del sintagma è presente nei documenti emessi da Italo NTV: le condizioni per l’acquisto dei biglietti Italo valide dal 7 maggio di quest’anno contengono ben cinque occorrenze di viaggiati in rifermento a biglietti: 2 di biglietti viaggiati, 2 di biglietti acquistati e viaggiati e 1 di biglietti effettivamente acquistati e viaggiati (https://www.italoimpresa.it/~/media/IDEA/SiteCollectionDocuments/condizioniofferteimprese.pdf).

Riferita a Italo, ma prodotta da altri è la testimonianza nel pdf disponibile in rete che illustra le convenzioni per la mostra Christo and Jeanne-Claude Water Projects al Museo di Santa Giulia a Brescia dal 7/4 al 18/9/2016, in cui si nominano i “possessori di biglietto viaggiato Italo con destinazione Brescia sino a 7 giorni successivi alla data del viaggio”.

Ancora di ambiente legato alle ferrovie in senso lato questa attestazione che mostra anche altro lessico tipico:

…in Inghilterra le grandi e medie stazioni sono dotate di tornelli sia in entrata che in uscita (oltre che di biglietteria umana ed emettitrici) […]; in qualche stazione mi è capitato di vedere controllori “umani” ritirare i biglietti viaggiati all’uscita del sottopassaggio o binario; per questo motivo […] raramente ho visto controlleria.
In fermate impresenziate di campagna non c’è la biglietteria e c’è quindi una controlleria molto più presente
(http://www.forum.ferrovie.it/viewtopic.php?t=32179&start=90, Re: Treni viaggiatori senza capotreno? Che ne pensate? 2/5/2012).

Nel testo che segue, riguardante il trasporto pubblico locale (TPL), il participio diviene sostantivo con valore collettivo di ‘insieme dei biglietti effettivamente utilizzati per un viaggio, quindi viaggiati’ distinto da quello dei biglietti venduti, anch’esso espresso da sostantivo con un processo possibile coi verbi transitivi (come in pescato per indicare la ‘quantità di pesce pescato da uno o più pescatori, o comunque in un dato periodo di tempo; il prodotto della pesca nel suo complesso’, cfr. Vocabolario Treccani online).

Il sistema di bigliettazione elettronica, da un punto di vista gestionale, consente al Consorzio di effettuare una ripartizione degli introiti (clearing) tra le diverse aziende che effettuano il servizio. È possibile dunque attribuire ad ogni azienda gli incassi di competenza attraverso una suddivisione automatica. Il clearing può essere calcolato sulla base del venduto, oppure sulla base del viaggiato effettivo (Maurizio Arnone, Giulia Giacosa, Mauro Paoletti, Paolo Villata, Il BIP in Piemonte: Innovativa fonte di informazione sull’utilizzo del TPL (abstract), https://www.ferpress.it/wp-content/uploads/2015/07/BIP-in-Piemonte-la-ricerca-SITI-ATI.pdf).

Non sono viaggiati solo i biglietti ferroviari odierni: per esempio lo è anche il biglietto delle “Ferrovie Adriatico-Appenniniche 1945” che si vende su eBay. Nell’ambito del collezionismo a essere viaggiati però sono soprattutto una diversa categoria di biglietti, quelli postali: biglietto postale viaggiato è ben testimoniato in rete. Le buste poi viaggiano ancor più dei biglietti, tanto che busta viaggiata con il plurale tocca le 50.000 occorrenze; bene si piazza anche il francobollo viaggiato, ma a spopolare sono le cartoline viaggiate che si contano in centinaia di migliaia. Seguono lettera e fotografia viaggiata. In questo particolare settore l’uso di viaggiato e, seppur in misura minore, di volato è decisamente più frequente rispetto ai casi che ci interessano. Bisogna però osservare che questi particolari “oggetti viaggianti” sono dotati di un’autonomia maggiore in quanto si spostano senza la presenza di un titolare, imprescindibile invece per il biglietto aereo o ferroviario.

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