Non siamo in un film di 007, è tutto un altro campo da gioco. Ma, siamo onesti, non c’è impresa che non cerchi di sapere in anticipo cosa stanno facendo i concorrenti. E non c’è impresa, allo stesso modo, che non voglia nascondere al mondo ogni suo processo. Fin qui, il pensiero. Poi c’è l’azione. Che racconta di imprese che vorrebbero, ma non riescono, perché non sanno come fare. E imprese ingorde di informazioni che vanno oltre i limiti del consentito.
«Il mercato si muove sulle informazioni – spiega Marianna Vintiadis di Kroll, società esperta nelle investigazioni aziendali – Se hai un’impresa devi sapere quel che fanno gli altri, per evitare di fare mosse sbagliate. Se non vuoi avere informazioni sui tuoi concorrenti, non sei un imprenditore, sei un folle. Non è spionaggio: i dati sono pubblici, a disposizione di tutti, ma in pochi sanno leggerli. Così come in pochi sanno proteggersi il meglio possibile dagli sguardi indiscreti dei concorrenti».
«Non avete idea di quante informazioni le azienda lascino nere su bianco sul loro bilancio»
In Italia, notoriamente un Paese di catenacciari, la difesa prevale sull’attacco, soprattutto da quelle aziende che hanno proprietà intellettuali da proteggere: bonifica dalle cimici, barriere contro gli hacker. E poi, soprattutto nella moda, ci sono i controlli su fornitori e terzisti, per evitare che rivendano una borsa o un profumo che non hanno passato i controlli, anziché distruggerli: «In questi ultimi casi – spiega Vintiadis – la difesa è di due tipi: preventiva, attraverso controlli preventivi sui fornitori. Ed ex post, ricostruendo le falle nella sicurezza, qualora si verificasse un comportamento fraudolento di un contoterzista».
Quel che è più interessante è l’attacco, tuttavia, che rappresenta una terra inesplorata per molti imprenditori, «che nemmeno sanno quante informazioni potrebbero avere, anche dove ignori ce ne siano», spiega Vintiadis. Non c’è bisogno di trafugare documenti e fogli excel, insomma. L’attività di intelligence, in quest’ambito, si muove su molteplici versanti. Si parla coi venditori o con i fornitori, cercando di capire che ordini stanno ricevendo per l’anno successivo, ad esempio. Oppure, in un caso recente su cui ha lavorato Kroll, «per capire come le aziende concorrenti interpretassero e osservassero la neonata normativa sugli scarti alimentari». Anche se a volte le cose sono molto più semplici, in realtà: «Non avete idea di quante informazioni le azienda lascino nere su bianco sul loro bilancio», chiosa Vintiadis.