È tutto troppo complicato, se non ne sai a pacchi. E anche se ne sai a pacchi, se sei proprio esperto di qualcosa e l’opinione pubblica ti considera tale, è tutto troppo complicato lo stesso. Senza sprofondare nel Medioevo, Prodi era il Kissinger d’Europa e in pochi anni l’abbiamo “mortadellato” senza pietà, tagliandolo a fette, pallini di grasso compresi, e, dulcis in fundo, sfanculandolo anche da presidente della Repubblica, che fino all’altro giorno pareva soltanto una ricca carica onoraria pre-morte, alla stregua del Nobel per la Letteratura, che molto spesso è stato proclamato al solo scopo di poter poi dire “Ma chi minchia è questo”?
Boh, non lo so, è tutto troppo complicato, io non me ne intendo abbastanza.
Quell’altra volta hanno preso Mario Monti perché era quello che ne sapeva di più. E oggi, quasi tutti, dicono che ha fatto la figura del peracottaro al soldo dei poteri forti internazionali, con dei conflitti d’interesse che Berlusconi al confronto era in odore di santità.
Boh, non lo so, è tutto troppo complicato, io non me ne intendo abbastanza.
Mattarella, per molti, era un soprammobile imbolsito, una macchietta della più vetusta commedia siciliana, poi ha alzato il ditino contro Savona ed è partita la disfida: salvatore della patria oppure strumento, un po’ rincoglionito, della UE germanizzata da “impeachmentare”.
Boh, non lo so, è tutto troppo complicato, io non me ne intendo abbastanza.
Lo stesso si può dire per i temi socio-economici e geopolitici più o meno epocali degli ultimi decenni del pianeta: la fame nel terzo mondo, i super ricchi nel primo mondo, il nucleare, l’entrata della Cina nel WTO, la globalizzazione, i colossi di Internet, l’euro, la UE, l’immigrazione, il terrorismo.
Boh, non lo so, è tutto troppo complicato, io non me ne intendo abbastanza.
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