Ormai non ce n’è più per nessuno. Amazon è entrato a piedi pari anche nel mercato del calcio che conta, la Premier League, di cui il colosso di Jeff Bezos è riuscito a ottenere in esclusiva i diritti per trasmettere 20 partite. In aggiunta, sono stati anche acquistati i diritti per la trasmissione degli highlights settimanali di tutte le altre partite del campionato inglese. Per la Premier League questa è la prima volta che vengono venduti i diritti in esclusiva per lo streaming. I tentacoli della multinazionale americana si insediano così anche tra le maglie dello sport più amato dal pubblico europeo. Questa notizia arriva proprio a ridosso dell’inizio del mondiale al quale il nostro Paese ha deciso unilateralmente di non partecipare, impegnandosi a collezionare prestazioni impietose che si rispecchiano nella mediocrità italiota del Tavecchio nazionale.
Anche se la notizia ha fatto scalpore, a dirla tutta non è la prima volta che Amazon prova a fare breccia nel mercato dei diritti calcistici. Già ad agosto del 2017 gli americani avevano chiuso un contratto con Eurosport per offrire agli utenti tedeschi e austriaci le partite di calcio della Bundesliga al prezzo di 4,99 euro al mese. In Germania insomma l’offerta sportiva della compagnia americana aveva raggiunto ottimi risultati. Gli utenti di Amazon Prime per la Germania infatti da quel momento – oltre a 45 match della massima serie tedesca di calcio – hanno avuto accesso ad altri importanti eventi di prima categoria, come la MotoGp, tornei di tennis e le olimpiadi invernali di PyengChang.
Solo qualche giorno fa infatti è stato annunciato l’arrivo in Italia di Amazon Prime Music, servizio che permette di accedere a oltre 2 milioni di brani da ascoltare in streaming, abilitati anche al download. Il servizio si affianca ad Amazon Music Unlimited, sbarcato nel nostro Paese a settembre dell’anno scorso. Poco prima al centro dell’attenzione era stato il mondo dell’e-book, con l’annuncio della multinazionale dell’arrivo di Prime Reading
L’assedio al football inglese è sintomatico del rafforzamento della multinazionale nell’Uk. Lì Bezos ad aprile si era già assicurato i diritti in esclusiva degli Us Open, mentre Australian Open e Roland Garros se li era già portati a casa in precedenza tramite un accordo con Eurosport. Dulcis in fundo, sempre in primavera Amazon aveva sbaragliato la concorrenza di Twitter, Facebook e Youtube nella corsa ai diritti della Nfl, il campionato di football americano.
Se lasciamo un attimo da parte lo sport, ci accorgiamo che negli ultimi tempi la sortita nel calcio che conta non è l’unico successo isolato per la compagnia a stelle e strisce. Solo qualche giorno fa infatti è stato annunciato l’arrivo in Italia di Amazon Prime Music, servizio che permette di accedere a oltre 2 milioni di brani da ascoltare in streaming, abilitati anche al download. Il servizio si affianca ad Amazon Music Unlimited, sbarcato nel nostro Paese a settembre dell’anno scorso. Poco prima al centro dell’attenzione era stato il mondo dell’e-book, con l’annuncio della multinazionale dell’arrivo di Prime Reading, per permettere agli abbonati ad Amazon Prime di leggere centinaia di titoli gratis e senza limiti. Anche l’Italia dunque si presenta come un mercato sperimentale. Tenendo un occhio su queste ultime novità italiane e l’altro attento a ciò che sta accadendo oltremanica, viene istintivo proiettare sul nostro Paese uno scenario simile a quello inglese nell’ambito l’assegnazione dei diritti Tv della Serie A. Proprio in questi giorni la trattativa è in corso per il triennio 2018-2021, e sta volgendo al termine non senza difficoltà, segnata dalla revoca dell’assegnazione alla società spagnola Mediapro per garanzie insufficienti. Non è quindi assurdo immaginare per i prossimi anni l’entrata nei giochi della compagnia di Seattle, che rivoluzionerebbe il mercato dello streaming italiano che per ora rimane appannaggio di siti pirata in pieno stile Rojadirecta.
Consegne gratuite, foto, videogiochi e serie tv. Poi la musica e gli e-book. Infine l’aggancio dello sport. Questa è solo l’ultima conferma della presenza sempre più ingombrante della multinazionale americana nelle nostre vite. Una vera e propria egemonia culturale che ora davvero rischia di non lasciare spazio ad altri attori nella selezione e nella produzione artistica nel tempo delle piattaforme online
L’obiettivo di Bezos si fa insomma sempre più chiaro ogni giorno che passa. Consegne gratuite, foto, videogiochi e serie tv. Poi la musica e gli e-book. Infine l’aggancio dello sport. Questa è solo l’ultima conferma della presenza sempre più ingombrante della multinazionale americana nelle nostre vite. Una vera e propria egemonia culturale che ora davvero rischia di non lasciare spazio ad altri attori nella selezione e nella produzione artistica nel tempo delle piattaforme online. Vogliamo davvero permettere a Netflix e Amazon di avere l’oligopolio del mercato culturale ?
Amazon: `we are amazed`, direbbero i colleghi inglesi. E questo sembra solo l’inizio. Se amplifichiamo questa logica all’infinito e la applichiamo a tutto il campo delle merci e dei servizi, i giganti americani hanno già vinto: una distopia che sembra già realtà, e avanza a suon di goal.