Invece di lamentarci dell’Europa, noi italiani dovremmo farci furbi. E imparare dai francesi. La lezione arrivata d’Oltralpe nelle ultime ore è per certi versi sorprendente e apre prospettive assai interessanti per molte imprese italiane: innovazione, ricerca e sviluppo per affrontare al meglio le sfide del moderno mercato globale del settore agroalimentare. È la sfida lanciata dal Gruppo Roullier, multinazionale transalpina che con oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato e 8.000 dipendenti è leader nel mondo nel campo della nutrizione vegetale e animale. Una sfida che possono appunto raccogliere le imprese italiane della filiera agroalimentare, da sempre strategica per la nostra Penisola.
Dopo aver annunciato, infatti, lo scorso settembre, la creazione di una nuova holding (“Groupe Roullier Zone Italie”), specificatamente dedicata al mercato italiano e guidata dal manager Pierluigi Sassi, ora il gruppo punta a testa bassa verso l’innovazione come chiave della competitività e dello sviluppo.
Una strategia ora premiata dalla Banca europea degli investimenti (BEI), che nei giorni scorsi ha annunciato un finanziamento di 50 milioni di euro al gruppo francese per sostenere le sue attività di ricerca e sviluppo nel campo della nutrizione del suolo, delle piante e degli animali (fertilizzanti, concimi, integratori alimentari per allevamento). Il gruppo bretone è il primo beneficiario del nuovo programma di finanziamenti per l’agricoltura e la bioeconomia, da 1 miliardo di euro, lanciato dalla BEI lo scorso aprile e sostenuto dal piano Juncker, un programma rivolto alle cooperative e alle imprese di tutta Europa.
Il prestito della BEI servirà a finanziare le attività di ricerca e sviluppo del Gruppo Roullier, condotte principalmente nel Centro Mondiale dell’Innovazione a Saint-Malo, il più grande centro di ricerche privato d’Europa dedicato alla nutrizione inaugurato dal gruppo francese nel 2016, e nel Centro di studi e ricerca applicata (CERA) di Dinard. «L’accesso ai finanziamenti per le attività di ricerca e sviluppo di gruppi come Roullier è un esempio di come l’Ue possa svolgere un ruolo importante nel sostenere l’economia rurale europea», ha dichiarato Phil Hogan, commissario Ue per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, lanciando un messaggio molto chiaro anche alle nostre aziende.
Innovazione, ricerca e sviluppo per affrontare al meglio le sfide del moderno mercato globale del settore agroalimentare. È la sfida lanciata dal Gruppo Roullier, multinazionale transalpina che con oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato e 8.000 dipendenti è leader nel mondo nel campo della nutrizione vegetale e animale. Una sfida che possono appunto raccogliere le imprese italiane della filiera agroalimentare, da sempre strategica per la nostra Penisola
Nel frattempo, l’ascesa del Gruppo Roullier nel mercato italiano non si ferma. La holding del gruppo dedicata al nostro Paese – che comprende i marchi Timac Agro (fertilizzanti), Timazootec (integratori per la zootecnia), Interaliment (food) e Fertimore (export), e che conta oltre 300 dipendenti e due siti produttivi – grazie a una visione di filiera sta siglando accordi di partenariato con i principali player del settore agroalimentare del nostro Paese: Bonifiche Ferraresi (BF), la più grande azienda agricola italiana per superficie utilizzata; la Cooperativa Produttori Bieticoli (Coprob), il più importante produttore del settore bieticolo saccarifero italiano; il Consorzio Casalasco del Pomodoro, il più grande produttore di pomodoro in Italia, presente sul mercato con i famosi marchi Pomì e De Rica; e in ultimo Agrisfera, una delle principali realtà cooperative del territorio di Ravenna che produce latte biologico per il gruppo Granlatte-Granarolo. Tutti accordi siglati nel segno della produttività, della qualità e del rispetto per l’ambiente.
La stessa strategia dell’innovazione del gruppo parla molto italiano. Se il cuore pulsante dell’attività di ricerca e sviluppo si trova a Saint-Malo, Roullier punta anche e soprattutto a valorizzare le eccellenze del mondo accademico del nostro Paese. È italiana, ad esempio, la ricercatrice Laura Zanin (Università degli Studi di Udine), premiata la scorsa settimana, assieme al collega austriaco Walter Wenzel, con l’“Innovation Awards Groupe Roullier 2018”, il premio del concorso internazionale lanciato dal Gruppo Roullier e riservato ai migliori progetti di ricerca e sviluppo nel campo della nutrizione delle piante e del suolo elaborati dai ricercatori delle università ed enti di ricerca di tutto il mondo (dall’Europa all’Africa, dall’America all’Asia). Il conferimento dei premi è avvenuto a Saint-Malo alla presenza di alcune tra le più eminenti figure del mondo accademico internazionale e italiano, tra cui il professor Michele Morgante, direttore scientifico dell’Istituto di Genomica Applicata di Udine.