Il lavoro rappresenta una delle attività in cui investiamo più tempo ed energia. Questo vale oggigiorno in ampia parte sia per gli uomini, sia per le donne. Avere un lavoro oggi rappresenta non solo un mezzo per costruire la propria indipendenza economica, guadagnare il necessario per il proprio sostentamento e magari anche un po’ di più, ma anche una forma di espressione personale, di autorealizzazione, di costruzione della propria identità personale e professionale, di nutrimento della propria autostima, del senso di utilità, di appartenenza, di contributo alla collettività.
Per tale motivo la scelta professionale è molto più complessa di quello che all’apparenza potrebbe sembrare. Quando ci si prepara per anni con studi, stage, esperienze varie, magari anche all’estero per entrare al meglio nel mondo del lavoro, le aspettative tendono a crescere di conseguenza. La ricerca del posto di lavoro ideale può essere un percorso composto da più tappe prima di arrivare a trovare quello che esattamente sentiamo che ci rappresenta, ci valorizza, ci soddisfa, ci realizza. Lo stesso vale anche per la costruzione di una libera professione: ci si arriva progressivamente.
Oggi, complice anche un mercato del lavoro un po’ stagnante, specie in Italia, quando si trova il famoso “posto fisso” e magari nel frattempo ci si è costruiti una vita affettiva, una famiglia, con tanto di acquisto della casa, dell’auto, con rate e mutui da pagare, i rischi connessi alla costruzione di una carriera personale sono per forza di cose da ridurre. Ritrovarsi senza un posto di lavoro per un licenziamento spontaneo azzardato o un cambio non ben calcolato di posto di lavoro o l’avvio di una libera professione senza avere prima creato le necessarie basi per il suo decollo sono situazioni da cercare di evitare.
Esistono, però, nella nostra mente, delle distorsioni cognitive, degli errori nel nostro modo di pensare che possono ostacolare la nostra crescita professionale che altrimenti potrebbe essere più fiorente.
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