Surgelati sequestrati, carne fuori norma. Ora basta: se vogliamo sicurezza alimentare servono etichette chiare

I minestroni ritirati venivano lavorati in uno stabilimento a rischio in Ungheria. Ma nessuno lo sapeva, innanzitutto i consumatori. Ci sono troppe zone grigie nell’industria alimentare. La soluzione? Etichette chiare per tutti i prodotti

CHARLY TRIBALLEAU / AFP

Fagiolini, verdure e mais surgelati della Findus ritirati in tutta Italia. Mix di ortaggi con il marchio Freshona, sempre surgelati, ritirati dagli scaffali dei punti vendita della catena Lidl. Sequestri di prodotti analoghi in Germania, Austria, Regno Unito e Finlandia. Un’operazione con 21 arresti, dalla Puglia al Veneto, per una serie di reati, che puzzano anche di collusioni con la criminalità organizzata, nel settore delle carni.

Sono vicende diverse, ma hanno in comune il terreno sul quale agiscono: il grande giro d’affari dell’industria alimentare e la nostra tavola, con i relativi rischi per i consumatori.

Nel caso dei ritiri e dei sequestri dei prodotti surgelati siamo solo all’inizio di una vicenda che rischia di essere molto pericolosa. Preoccupa, in particolare, la listeria, una famiglia di batteri (dal nome del medico britannico che l’ha scoperta: Joseph Lister) che attacca, fino alla morte, il sistema immunitario dell’uomo. Batteri che, diciamolo per completezza d’informazione, si distruggono eliminando qualsiasi pericolo, con una cottura a 65-70 gradi.

Continua a leggere su Nonsprecare.it

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter