Oltre ad aver scritto un bestseller, fu nominato per il Nobel per la Pace e chiuse la vergognosa tradizione degli “zoo umani” (dei veri e propri zoo che ospitavano esseri umani provenienti da zone non europee). Il personaggio in questione, per quanto strano possa sembrare, è Adolf Hitler. Certo, non è tutto oro quel poco che luccica: la nomina per il Nobel, per esempio, venne fatta da un membro del parlamento svedese, E. G. C. Brandt, in polemica nei confronti del dibattito politico del suo Paese, ormai fascistizzato – e destò tanta rabbia, nonostante le intenzioni ironiche, che fu costretto a ritirarla subito. E il bestseller in questione, poi, era il Mein Kampf, e dimostra che è facile esaurire le tirature del tuo libro quando obblighi i cittadini del Paese che governi a comprarlo.
Gli aneddoti curiosi sul Fuhrer sono tanti e così curiosi che spesso si fatica a capire se siano veri o fabbricati. Ad esempio, all’età di quattro anni, fu salvato da un prete da un annegamento. Vero? Falso? Chissà. Di certo da bambino anche lui volle per un periodo diventare prete. Più grandicello, si innamorò di una ragazza ebrea alla quale non ebbe mai il coraggio di dichiararsi (ma sognava di rapirla). Partecipò con entusiasmo alla Prima Guerra Mondiale e rischiò di morire. Per un certo periodo, durante la gioventù, fu un senzatetto. E finì in galera (appunto, il bestseller).
Ma non solo: aveva problemi di flatulenza, soffriva di gastrite, era un cocainomane quando la cocaina era ancora adottata come medicinale. Da vegetariano, combatté con forza contro la crudeltà sugli animali. Odiava il fumo (cercò perfino di estirpare il vizio dal Paese con campagne anti-fumo) e non amava gli alcolici. Amava però Walt Disney e, riamato, Henry Ford: lo considerava il suo maestro. Mentre aveva un rapporto difficile con i gatti (pare che soffrisse di ailurofobia) e non prese mai e poi mai la patente.
In tutto questo, è riuscito a sopravvivere a 42 attentati e a evitare un piano bislacco della Cia di avvelenarlo con ormoni femminili (l’idea era di renderlo più tranquillo). Quando Carl Jung analizzò la sua calligrafia, però, dichiarò di riconoscere “le tipiche forme caratteristiche di un uomo con istinti essenzialmente femminili”. In ogni caso non si sposò mai (a parte con Eva Braun prima di morire), forse per strategia politica, forse perché amava la vita da scapolo.
In ogni caso, non fu lui il fondatore del partito nazista, bensì Anton Drexler. Hitler fu invitato ad aggiungersi in seguito. Fu il 55esimo iscritto, ma sulla sua tessera, per far credere che il movimento appena nato fosse più grande, volle che fosse scritto 555. Due anni dopo era già a capo del partito: in seguito a una violenta disputa politica con Harrer, un altro fondatore, diede le dimissioni ma i vertici, temendo di perdere il personaggio pubblico più noto, pur di averlo di nuovo con loro accettarono ogni condizione. Hitler divenne il capo e rientrò con la tessera numero 3.860.
La sua morte fu annunciata il primo maggio 1945. Come tutti sanno, 66 anni dopo fu annunciata quella di Osama bin Laden.