Viaggio in Ciociaria, dove l’innovazione ha sposato la tradizione

Il Grande Viaggio Insieme Conad ha toccato Frosinone. “Questo è un territorio che sa guardare avanti, ma senza dimenticare il passato”, ha detto Aldo Bonomi, direttore di Aaster

Persone, comunità e valori. L’istituto di ricerca Aaster, diretto da Aldo Bonomi, ha scattato la fotografia socio-economica di Frosinone nell’ambito del Grande Viaggio Insieme Conad. Un incontro che, attraverso dati, esperti e la voce dei protagonisti del territorio, ha raccontato il capoluogo ciociaro e la sua provincia.

Un territorio “stretto” tra le aree metropolitane di Roma e Napoli che, come ha evidenziato il sociologo Bonomi, «dagli anni Sessanta ha subìto evoluzioni: dall’agricoltura all’industrializzazione, dall’industrializzazione al fordismo fino alla sua crisi». La strada da seguire è una e ruota attorno a due parole: tradizione e innovazione. «Questa è una provincia operosa», ha evidenziato Bonomi. «E ce la fa soltanto tenendo assieme la tradizione e l’innovazione. Questo è un territorio che sa guardare avanti, ma senza dimenticare il passato».

Tradizione e innovazione sono la formula vincente anche per Ambrogio Spreafico, vescovo della diocesi Frosinone-Veroli-Ferentino, sul palco dell’auditorium in occasione del dibattito. «La memoria aiuta a capire il presente, ragionando sul passato e progettando il futuro. Bisogna creare sinergie tra i vari attori territorialiı, ha detto. «Ed è questa la grande sfida. Qui c’è spirito di solidarietà e questo permette di instaurare relazioni importanti per la crescita collettiva».

Operosità è stata anche una delle parole chiave nell’intervento di Nicola Ottaviani, sindaco di Frosinone. «I tratti distintivi che compongono la nostra identità sono contenuti in un valore: la ciociarità», ha sottolineato il primo cittadino. «Quella ci porta a rivendicare con fierezza le nostre tradizioni, l’attaccamento a questa terra. E a chi la ama e la rispetta. L’instancabile operosità. Ed è stato proprio questo valore che ha permesso ai nostri antenati di costruire un patrimonio, sia culturale che storico, invidiabile. I ciociari hanno attitudine all’ascolto, alla convivialità, alla condivisione. Qualità che rendono la tappa frusinate del Grande Viaggio Insieme un’esperienza speciale».

Guarda avanti con fiducia Giovanni Betta, rettore dell’università degli studi di Cassino e del Lazio meridionale. «Questa è un’importante occasione di confronto per il territorio che si specchia e ragiona sulle proprie potenzialità e sui propri limiti», ha specificato il rettore. «In questi anni la Ciociaria ha subìto un’evoluzione positiva sotto l’aspetto del dialogo e del gioco di squadra, ma è indubbio che si possa fare meglio. La strada intrapresa è quella giusta. Sono del parere che non è possibile affidarsi esclusivamente alla tradizione, così come non è possibile affidarsi esclusivamente all’innovazione. Questi elementi devono coesistere. Un esempio di incontro: il progetto di valorizzazione dei beni culturali attraverso l’innovazione tecnologica».

Questa è una provincia operosa. E ce la fa soltanto tenendo assieme la tradizione e l’innovazione. Questo è un territorio che sa guardare avanti, ma senza dimenticare il passato


Aldo Bonomi, direttore Aaster

I dettagli dell’indagine
La grande industria, automotive con l’Fca di Piedimonte San Germano, e chimico-farmaceutico, l’esperienza agricola, le chiese e i luoghi sacri, da Montecassino a Casamari passando per Anagni, città dei papi. L’orgoglio di un popolo antico. Questa la tradizione. Ma anche i Fablab, come a Ferentino, ovvero piccole “officine” che offrono servizi personalizzati di fabbricazione digitale, università (Cassino), nuove imprese. Tecnologia e start-up. Questa l’innovazione, ovvero le idee e le speranze di un’intera generazione. Ma la Ciociaria è anche altro: turismo (religioso, culturale e artistico) ed enogastronomia. Con le eccellenze: dal vino, come a Piglio, il Cesanese, al Peperone, come a Pontecorvo. Punti e prodotti di eccellenza su cui un intero territorio può e deve puntare forte.

Dinamiche demografiche, livello di istruzione, ricchezza, distribuzione dei redditi, vitalità dei comparti produttivi. Sono alcuni dei dati analizzati dall’indagine Aaster. Emergono alcuni numeri: le sedi locali di aziende manifatturiere che hanno più di cento addetti sono 126. Interessano oltre il 26% sull’occupazione del comparto, per un totale di più di 12mila lavoratori. Interessante anche il dato relativo alle imprese femminili, che sono il 30% sul totale: +7% rispetto al dato nazionale. Concentrazione superiore alla media rispetto al resto dello Stivale anche per le imprese giovanili (11% contro 9%). Da quest’ultimo dato si evince uno spirito d’iniziativa importante da parte delle ragazze e dei ragazzi della provincia di Frosinone. Ma il numero testimonia anche l’esigenza di cercare l’autoimprenditorialità contro un sistema che non assicura certezze. Il Prodotto interno lordo della provincia, dicono i dati, dovrebbe tornare ai livelli precrisi non prima del 2037.

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