Ponte Morandi, ora Autostrade ha una task force per smontare le bufale

Dalla manutenzione del Ponte, all’obbligo dei dipendenti del Gruppo di risarcire le vittime: la concessionaria dei Benetton ha creato una squadra anti fake news per rispondere colpo su colpo. Così cambia la comunicazione nell’era dei social

No, non è vero che non è stata fatta manutenzione sul Ponte Morandi. No, non è vero che prima del crollo le travi erano rotte e i cavi ridotti del 75%. No, non è vero che Autostrade per l’Italia ha chiesto ai dipendenti i risarcimenti per i morti del ponte. Se ci fosse un Oscar per le bufale, quelle su Ponte Morandi probabilmente sarebbero in nomination di diritto. Perché poche volte, negli ultimi anni, si è assistito a una simile ridda di voci e di notizie false rimbalzate dai social ai giornali, e viceversa. Una tempesta perfetta che ha anticipato non solo le sentenze, ma pure le indagini della magistratura e che ha esposto Autostrade per l’Italia al ruolo di capro espiatorio perfetto per il disastro del giorno di Ferragosto. Perfetta a interpretare il ruolo del rentier inadempiente, da estromettere dalla ricostruzione e dalla gestione, e per assolvere da ogni peccato chi fino al giorno prima diceva che la Gronda era inutile e che il vecchio ponte sul torrente Polcevera, inaugurato nel 1967 era più che sufficiente. Un po’ meno per i suoi azionisti, grandi e piccoli, che anche per colpa delle numerosissime bufale hanno visto crollare il valore delle azioni di Atlantia da 24 a 18 euro nel giro di pochi mesi.

Il caso più recente risale a qualche giorno fa, quando il Ministro Toninelli ha dichiarato urbi et orbi che “il progetto Gronda è fermo. Non esiste niente”. Nel giro di pochi minuti dalla dichiarazione, Autostrade ha pubblicato la propria contro-comunicazione, spiegando che il progetto ha invece già ottenuto tutto le autorizzazioni e siano stati realizzati i principali espropri per le aree di cantiere

Come arginare questo tipo di maree è una bella gatta da pelare, per un’azienda di questo tipo, in situazioni di questo tipo. La mossa della concessionaria dei Benetton è stata quella di fare da se: ad esempio, pubblicando sul proprio sito web la Convenzione che regola i suoi rapporti con lo Stato e i suoi allegati, bruciando sul tempo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che aveva intenzione di compiere la stessa operazione per poter accusare Autostrade di nascondere condizioni di favore nella definizione dei pedaggi e degli obblighi di investimento. Soprattutto, aprendo un’area trasparenza coordinata direttamente dal direttore delle relazioni esterne Francesco Delzio – insieme a Stefano Porro, richiamato alla casa madre dalla comunicazione di Aeroporti Di Roma, e a consulenti come Comin & Partner, Barabino, Auro Palomba – sul proprio sito. In questi spazi, oltre alle bufale sul Ponte Morandi, Autostrade segnala e smentisce tutta una serie luoghi comuni di cui è vittima – dai pedaggi più cari d’Europa alla manutenzione della rete -, segnalate e confutate con dati e fatti.

Il lavoro non manca. Il caso più recente risale a qualche giorno fa, quando il Ministro Toninelli ha dichiarato urbi et orbi che “il progetto Gronda è fermo. Non esiste niente”. Nel giro di pochi minuti dalla dichiarazione, Autostrade ha pubblicato la propria contro-comunicazione, spiegando che il progetto ha invece già ottenuto tutto le autorizzazioni e siano stati realizzati i principali espropri per le aree di cantiere, proprio come previsto dal contratto firmato tra la Concessionaria e lo stesso Dicastero di Toninelli. Solo l’ultima di una serie di gaffe, questa, per il ministro dei Cinque Stelle, già scivolato più volte nelle settimane scorse sulle vicende autostradali, sostenendo ad esempio che i Benetton avessero trattenuto in modo forzato soldi dalle busta paga dei dipendenti per pagare i contributi da offrire agli sfollati del Ponte. In questo caso erano stati gli stessi lavoratori ad intervenire sdegnati sui social, dimostrando che la raccolta fondi era un’iniziativa volontaristica nata esclusivamente da una loro idea. La vicenda Ponte Morandi è ancora lunga, insomma. Se riusciremo a evitare sia combattuta a colpi di bufale, è una bella notizia.

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