Come è ormai noto, con la parola “spread” si indica in particolare la differenza di rendimento tra i titoli decennali italiani e quelli tedeschi. I primi, essendo considerati molto stabili, funzionano da punto di riferimento generale, su cui vengono misurati i rischi dei titoli di altri Paesi. Quando la differenza (lo “spread”, appunto), che si misura in punti base, aumenta allora crescono anche i tassi di interesse.
Per capirsi, se lo spread è di 250 punti base, allora il Btp italiano ha un tasso di interesse maggiore del 2,5% E dovrà pagare sui suoi titoli un tasso del 2,5% più alto rispetto a quello applicato dai tedeschi.
Ma cosa significa, in concreto tutto questo? Quanto ci costa, come Paese e come cittadini, un rialzo dello spread? Lo spiega questo articolo di Risparmiamocelo.