Incroci pericolosiAddio alla portabilità dei mutui? Un regalo da un miliardo alle banche (e la politica è tutta d’accordo)

Il Ministro della Giustizia e il Notariato dal gennaio 2018 hanno aumentato del 50% gli oneri e le tasse sulla portabilità dei mutui. Un regalo da un miliardo alle banche, che sembrava dover saltare grazie all’Antitrust. E che la politica salverà di nuovo

Il Ministro della Giustizia e il Notariato dal gennaio 2018 hanno aumentato del 50% gli oneri e le tasse sulla portabilità dei mutui. Un costo aggiuntivo che ricade in ultima istanza sui mutuatari che fanno una “surroga”: è il termine tecnico che la legge usa per descrivere la portabilità dei mutui (articolo 120-quater del Testo Unico Bancario) .

Il Presidente del CNN Salvatore Lombardo, nel suo discorso inaugurale al Congresso Nazionale del Notariato tenutosi a Roma l’8 novembre di quest’anno rivolgendosi al Presidente del Consiglio dei Ministri Conte e al Ministro della Giustizia Bonafede fra gli applausi dei 1600 notai presenti (1/3 del notariato italiano) ha detto che «… sono diminuite, consentitemelo di dirlo, fortunatamente le surroghe (perché noi abbiamo fatto una battaglia su questo), in quanto le surroghe agevolavano il singolo ma non agevolavano l’economia. È il nuovo mutuo che agevola l’economia. Il nuovo mutuo che mette in giro nuove risorse, fa fare nuove attività. Le surroghe sostituiscono a un singolo creditore un tasso inferiore a un tasso superiore … Ecco perché sono contento di questo». Allo stesso congresso il Ministro Bonafede ha ribadito la stretta collaborazione fra ministero e notariato e annuncia un “tavolo del notariato” presso il Ministero della Giustizia.

Viene da chiedersi: sono tutti d’accordo a porre fine alle surroghe, facendo così un regalo di almeno un miliardo all’anno alle banche? Eliminare la portabilità dei mutui (o renderla antieconomica) significa togliere alle famiglie italiane lo strumento che hanno usato in oltre 500 mila casi dal 2007 ad oggi, per liberarsi di un cattivo mutuo senza dovere pagare penali o sostenere altri costi. I conti sono presto fatti: se un mutuatario che cambia banca con la portabilità, risparmia mediamente duemila euro l’anno, allora significa che in questi anni i consumatori, grazie alle surroghe, hanno risparmiato un miliardo l’anno, ossia in totale undici miliardi fino ad oggi; e continueranno a risparmiarli per i prossimi dieci (quindici) anni, in quanto la durata media dei mutui si aggira intorno ai 20 anni. Ma il regalo sarebbe ancora maggiore, per varie ragioni: la più importante è che senza la portabilità del mutuo, i consumatori non potrebbero più difendersi contro le pratiche commerciali aggressive delle banche che, quindi, potrebbero senza correre rischi ulteriormente aumentare lo spread dei propri mutui ed i costi accessori dei finanziamenti.

Per questo l’Antitrust (su impulso delle associazioni dei consumatori) dal 2007 ad oggi ha difeso strenuamente la portabilità del mutuo contro i cartelli anticoncorrenziali fra banche, i cartelli fra notai e banche (Segnalazione A431) e i cartelli fra notai (procedimenti antitrust I749, I750, I753, I797 e I803 attualmente in corso). I provvedimenti sanzionatori di AGCM contro i notai, fino ad oggi, sono stati tutti confermati dalla giustizia amministrativa.

Viene da chiedersi: sono tutti d’accordo a porre fine alle surroghe, facendo così un regalo di almeno un miliardo all’anno alle banche? Eliminare la portabilità dei mutui (o renderla antieconomica) significa togliere alle famiglie italiane lo strumento che hanno usato in oltre 500 mila casi dal 2007 ad oggi

Sembrava che i mutuatari potessero dormire sonni tranquill, quindi. Fino a che della cosa non hanno incominciato ad occuparsi il Ministero della Giustizia (prima) ed il Parlamento (poi).
Il 12 dicembre 2017 il Ministero della Giustizia emette una circolare (Prot. 0031590.U), secondo cui non solo i mutui di portabilità, ma anche le relative quietanze debbono pagare tasse e contributi in misura pari al 25% dei parametri notarili applicati alle surroghe, di fatto aumentando del 50% la tassazione degli atti di portabilità dei mutui, retroattivamente (!), a partire dal 2014. La circolare incredibilmente avalla una tesi già sostenuta invano dal principale sindacato dei notai (Federnotai). A beneficio di chi vanno queste tasse e contributi? Circa l’80% a favore della Cassa Nazionale del notariato che (guarda caso) paga pensioni (d’oro) di circa 100.000 euro l’anno ai notai in pensione; il 15% al Ministero della Giustizia; il 4% al Consiglio Nazionale del Notariato e circa l’1% a favore dei singoli Consigli Notarili Distrettuali. Che sono ovviamente tutti d’accordo che questi oneri e tasse siano dovuti (magari anche perché ne sono i diretti percettori). Non si tratta di soldi spiccioli: applicata sui circa 300.000 mutui di portabilità stipulati dal 2014 ad oggi, questa “tassa” comporta un regalo alla Cassa notarile di oltre 25 milioni di euro, per il Ministero della Giustizia di 5 milioni e per gli organi del notariato di oltre un milione.

Proprio per evitare questo tipo di abusi, la Costituzione (Art. 23) prevede per gli oneri previdenziali e tributari una riserva assoluta di legge che i “garanti della legalità”, nella specie il Ministro della Giustizia e i Notai, non hanno esitato ad aggirare, usando a tal fine una oscura circolare “interpretativa”. L’Antitrust si accingeva, dunque, a sanzionare duramente i notai per avere abusato dei loro poteri a scapito dei cittadini ed era evidente dalle risultanze istruttorie del procedimento I803 che avrebbe emesso una sanzione esemplare.

Ed ecco che entra in gioco la politica: nell’ambito dell’approvazione della legge di bilancio 2018 (legge 29 dicembre 2017, n. 205) l’onorevole Tabacci (Pd) presenta l’emendamento 46-bis, cui il Governo Renzi da parere favorevole, in base al quale i notai italiani non sarebbero soggetti al controllo dell’Antitrust (rendendoli gli unici notai d’Europa ad essere esentati dal rispetto delle norme antitrust). Una leggina “salvaprocessi” votata da maggioranza e opposizione (come ha sottolineato Lombardo fra gli applausi dei notai presenti) che ha come obbiettivo di invalidare il procedimento Antitrust I803contro il notariato e che è stata subito usata dai notai per chiederne l’annullamento.

L’Antitrust ha tuttavia impugnato la “leggina” salvaprocessi proposta dall’on. Tabacci davanti alla Corte Costituzionale che si riunisce per discutere il caso il 4 dicembre prossimo. Aspettiamo con apprensione le determinazioni della suprema Corte; ma forse é il caso di affrettarsi nelle prossime settimane a “rottamare” il proprio mutuo, ed a sceglierne uno più conveniente: tre quarti dei mutui esistenti non è stato rinegoziato. Potrebbe essere una delle ultime occasioni per farlo.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter