Il Paese dove gli insegnanti sono meno rispettati al mondo? L’Italia, subito dopo Israele e Brasile. In fondo a una classifica di 35 nazioni, in tutto il mondo, stilata grazie a un maxi-sondaggio del Global Teacher Status Index. Il campione interpellato è molto ampio: 35mila persone intervistate, di un’età variabile tra i 16 e i 65 anni. Ciò significa che dentro a questa popolazione che ha consentito la rilevazione, ci sono studenti, insegnanti, famiglie. Tutti.
Così scopriamo che appena il 16 per cento degli italiani considera gli insegnanti nelle scuole ancora rispettati. Per dare un’idea di come ci stiamo distanziando da tutto il mondo, questa percentuale sale all’81 per cento nella Cina comunista, dove la disciplina è considerata una materia cardine dell’insegnamento. Da noi, invece, gli insegnanti vengono presi a sedie in testa, trascinati davanti al Tar se non hanno dato un voto gradito a un alunno, sbeffeggiati e minacciati. Come dimostrano alcune storie-simbolo, realmente avvenute, a dimostrazione di quanto le statistiche del Global Teacher Status Index siano fondate.
RAPPORTO GENITORI INSEGNANTI
I video che circolano in Rete sull’aggressione subita da un professore da parte di un gruppo di alunni, all’Istituto tecnico-professionale F. Carrara di Lucca, andrebbero mostrati e discussi in tutte le scuole italiane. Tutti ridono, e dunque tutti sono complici, di fronte alle gesta di una banda di studenti che sommergono il povero professore di insulti, minacce, bestemmie. E lo trasformano in un burattino da colpire a viso aperto, in segno di sfida. L’episodio è stato classificato come un atto di bullismo, ma qui il bullismo c’entra davvero poco. Piuttosto è l’ennesima prova di una scuola dove sono saltate le gerarchie e il rispetto dei ruoli, e dove i ragazzi si possono permettere di tutto per un motivo fondamentale. Sono coperti e protetti dai loro genitori. I primi che scendono in campo per insultare e picchiare i professori.
Ricordate, per esempio, la vicenda, ma è solo una tra le tante, del liceo statale Duca d’Abruzzi di Treviso? Uno studente liceale parla in classe con lo smartphone durante la lezione, il professore giustamente sequestra il cellulare e lo mette in cassaforte per consegnarlo ai genitori. Apriti cielo. I familiari dello studente scendono in campo e, con l’assistenza legale dell’avvocato Fabio Capraro, denunciano la scuola: sequestro improprio e abuso di potere. Deciderà il tribunale.