Per molti l’amaro è legato ad antichi ricordi di casa. Nelle famiglie italiane la bottiglia di amaro è da sempre lì in vetrina, in attesa dell’ospite con cui condividere il piacere delle sue essenze. D’altra parte, l’Italia ha inventato l’amaro già nel Medioevo. Nella gran parte dei casi rappresenta un ottimo fine pasto, in concorrenza o in compagnia del caffè, usato anche per degustare un po’ di pasticceria secca. Il nostro è il paese produttore con il più alto numero di amari nel mondo e numerose sono le tipologie da scovare tra le diverse regioni. Ci siamo messi alla ricerca di qualche bottiglia un po’ speciale, orginale o nuovissima, proprio per superare l’idea dell’amaro come prodotto un po’ agée. Viceversa, in questi anni è tornato di gran moda, grazie anche alle molteplici occasioni d’uso nell’ambito della miscelazione nei cocktail bar. Ecco dunque 5 proposte di amaro da conservare nella propria vetrina di casa e per fare un’ottima figura con i propri ospiti.
Benefort
Il Benefort proviene dalle montagne della Valle d’Aosta: un amaro vecchio stile, speciale, complesso. È un amaro completamente naturale, creato da Armando Calvetti, fondatore della distilleria Alpe, all’inizio degli anni ’70. Nel 1948, Calvetti, laureato in chimica con una tesi sulla distillazione e grande appassionato di liquoristica, iniziò la produzione di alcuni liquori nel cortile della sua casa. I suoi prodotti furono molto apprezzati dal pubblico locale e decise così di trasformare il suo hobby in un vero e proprio lavoro.
L’amaro è prodotto dalla miscela di oltre 20 tipi di fiori, radici ed erbe alpine. Tra questi il “Benefort” che in Patois valdostano corrisponde all’Artemisia absintium degli antichi. Tramite accurate tecniche di infusione e distillazione vengono estratti i principi aromatici e digestivi che, associati al gusto forte ed amaro, rendono il Benefort un ottimo digestivo.
Al primo impatto, spiccano i principi amari delle erbe, ma nella notevole persistenza il Benefort regala note floreali e aromatiche caratteristiche del territorio valdostano. È un amaro duro, i 38 gradi alcolici si sentono tutti; al naso risulta un po’ aggressivo, in bocca assenzio e rabarbaro sono protagonisti.
Palènt
Il nome deriva dalla piccola borgata arroccata a oltre 1.600 metri di altitudine nel comune dell’alta Val Maria. Qui è nato Matteo Laugero, classe 1931, un montanaro che, dopo anni di prove e tentativi, ha selezionato un tipo di genepy unico per caratteristiche qualitative e organolettiche.
Per farlo ha realizzato anche un piccolo laboratorio a San Damiano Macra: qui, in stretta collaborazione con i due figli, viene effettuata l’infusione delle erbe provenienti direttamente dalle proprie coltivazioni biologiche. Genepy, achillea, genziana, rabarbaro, lavanda, rose, radici e frutti spontanei, vengono raccolti a mano lungo le diverse coste della montagna.
L’amaro è un infuso a freddo di erbe, radici e frutti in parte coltivati, in parte raccolti in natura nei boschi circostanti, in alcol di frumento biologico. All’olfatto offre una sinfonia di profumi di piccoli frutti come ciliegie, more, lamponi e mirtilli, con un genepy che accompagna la bevuta dall’inizio alla fine. Unico nel suo genere.
Il laboratorio dell’azienda Palènt merita una visita: non c’è nessun altro qui, solo la famiglia Laugero può godere della magia di questa sorta di eremo tra le montagne. Da ricordare, infiene, che il Genepy autoctono delle valli cuneesi Palent fa parte del progetto dell’Arca del Gusto della Fondazione Slow Food.
Amara
Alle pendici dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, si estendono ettari di agrumeti, orgoglio dell’antica tradizione contadina. Proprio in queste campagne grazie alla natura del terreno e alla forte escursione termica crescono le famose arance rosse. Il miglior luogo dove le arance di Sicilia IGP raggiungono la perfezione in tre varietà coltivate: la più conosciuta Tarocco, Moro e Sanguinello.
Con queste arance, l’azienda Rossa Sicily, sita a Misterbianco, alle porte della città di Catania, produce un liquore da ricetta tradizionale. Un liquore artigianale dalla forte identità mediterranea: Amara racchiude intensi profumi di agrumi e zagara e rievoca le note erbacee tipiche della Sicilia. Ideale a fine pasto, da servire ghiacciato. Sempre più utilizzato per la mixology: dall’“amaracano” – 1/3 di Amara, 1/3 di Campari, 1/3 di soda, scorze d’arancia e ghiaccio – all’“amaraginger” – 1/3 di Amara, 2/3 di spumante, ginger, lime e ghiaccio – c’è davvero l’imbarazzo della scelta.
Formidabile
China rossa, rabarbaro cinese, rosa moscata, anice stellato, bardana: vario e intenso è il profilo organolettico dell’amaro Formidabile, il nuovo amaro artigianale della capitale. Armando Bomba ha avviato questa nuova impresa nel cuore del quartiere San Basilio, ben lontano dalla tradizione, puntando su un’impronta artigianale minuziosa e sulla qualità delle materie prime utilizzate. La ricetta che ne deriva ha percentuali di concentrazione degli estratti molto alte. Prodotto per macerazione a freddo in alcool di grano senza l’ausilio di additivi, coloranti, aromi di sintesi.
Nel naso i profumi sono di prato fresco e noce moscata. Il gusto richiama la scorza d’arancia e gli agrumi in generale. L’ingresso in bocca è dolce, ma sopravviene il rabarbaro. Retrogusto fruttato persistente.
Un prodotto giovanissimo ma già molto apprezzato: erbe, cortecce, fiori, radici e scorze di frutti selezionati sono stati riuniti per andare alla conquista dei premi internazionali. Per evidenziare la naturalità della materia prima vegetale che cambia da raccolto a raccolto annualmente, Formidabile riporta l’annata in etichetta. L’etichetta, appunto: un ultimo tocco di stile ispirato all’arte futurista.
Genzianotto
Avete mai provato la genziana al mosto cotto? Adesso potrete farlo grazie all’impegno di Lab, Liquoreria Abruzzese, con sede a Ripa Teatina, in provincia di Chieti. Il Genzianotto è il risultato di una minuziosa ricerca sull’armonia degli opposti. Liquore piacevolmente amaro, è il risultato di un’infusione in alcool di radici di genziana e mosto cotto.
Il colore è bruno ambrato intenso con riflessi dorati. I profumi intensi della cottura del mosto d’uva si uniscono alle note speziate delle radici di genziana. Nel palato, la sensazione dolce del mosto cotto avvolge il gusto amaro della radice di genziana. La dolcezza del genzianotto deriva dalla dolcezza naturale dell’uva, perché non ci sono zuccheri aggiunti. Adatto per accompagnare la pasticceria secca, i mostaccioli e i bocconotti.
“Lab” è, allo stesso tempo, l’acronimo per Liquoreria Abruzzese e il richiamo ad un vero e proprio laboratorio di idee, dove si realizzano le continue ricerche sulle infusioni. L’azienda è giovane, nata nel 2017. Immerso nella natura delle colline abruzzesi, il Lab gode di una vista incantevole sul monte Camicia, una delle principali vette del massiccio del Gran Sasso d’Italia.