Un’interrogazione parlamentare per indagare sul possibile conflitto di interessi della Friends and Partners di Ferdinando Salzano al Festival di Sanremo. L’ha annunciato il senatore Gianluigi Paragone, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Vigilanza Rai riprendendo l’inchiesta fatta da Michele Monina sul nostro giornale. Paragone ha chiesto di poter interrogare l’amministratore delegato Rai Fabrizio Salini e il direttore di Rai1 Teresa De Santis. “Se, come emerge in queste ore”, dice Paragone, “Salzano ha in gara oltre dieci artisti, più quelli che saranno ospitati, più Claudio Baglioni che sarà il direttore artistico è ovvio che c’è qualcosa che non va. Il cerchio magico Baglioni-Salzano – prosegue l’esponente del M5S si regge sulla casa discografica Sony e in un mercato come quello musicale, che già non vive tempi semplicissimi, è assurdo pensare di dare una fetta così ampia del Festival di Sanremo a un solo protagonista. Gestire super ospiti, avere più artisti in gara, significa nuovi dischi, serate televisive, organizzare tournée e relativa biglietteria. Vuol dire prendersi una grossa fetta di mercato generato dal Festival”, conclude Paragone.
Ripubblichiamo le sette domande fatte dal nostro Michele Monina al conduttore del Festival di Sanremo Claudio Baglioni
Gentili dott. dott.Salini, Amministratore Delegato della RAI e dott. Foa, Presidente della RAI,
Ho letto ieri su un lancio di Adnkronos a firma Veronica Marino, che riguardo la questione del conflitto di interessi del Direttore Artistico Claudio Baglioni riguardo il Festival della Canzone Italiana di Sanremo, si parla di deroga culturale consensuale, tirando in ballo la precedente esperienza di Gianni Morandi.
Approfitto di questo mio tornavi a porre le medesime domande cui non avete ancora risposto, per farvi sommessamente notare che in quel caso non era Gianni Morandi a ricoprire il ruolo di Direttore Artistico, ma Gianmarco Mazzi. Quindi di deroga cultule consensuale, nel 2011 e 2012 non si è dovuto parlare.
Precisato questo torno a porgervi le sette domande:
-Che fine ha fatto la salvaguardia di questo principio che dovrebbe essere un baluardo invalicabile per la tv pubblica?
-Nello stipulare il contratto con Claudio Baglioni è stata mantenuta detta clausola?
-Se sì, pensate sia stata rispettata?
-Siete sicuri che un artista legato da contratto a una casa discografica e a una agenzia di booking alle quali sono legati una buona porzione degli artisti da lui selezionati rappresenti la migliore garanzia di trasparenza?
-È vero che per conferire con il direttore artistico è stato necessario ed è tuttora necessario passare dal suo impresario, immancabile a qualsiasi riunione inerente il Festival?
-Potrebbero in futuro i dirigenti Rai essere chiamati a rispondere personalmente delle conseguenze di decisioni prese da incaricati in aperto conflitto d’interesse? Ultima domanda, piuttosto centrale in un momento storico come questo, scosso dal vento di cambiamento:
-La RAI, televisione del servizio pubblico, sta dando al Paese un bell’esempio di trasparenza?
In attesa di vostre cortesi risposte porgo i miei saluti,
Michele Monina