Quesiti linguisticiPerché si “asfalta” qualcuno? Risponde la Crusca

È diventato comune l’uso figurato del verbo asfaltare nel senso di prevalere in modo assoluto sull’avversario. Nasce nel mondo sportivo, poi arriva in politica grazie a Matteo Renzi

Tratto dall’Accademia della Crusca

Negli ultimi anni è diventato piuttosto comune l’uso figurato del verbo asfaltare nel senso di ‘prevalere in modo assoluto sull’interlocutore in una discussione, un confronto, un dibattito; sconfiggere nettamente un avversario in una competizione sportiva o ludica; umiliare, annientare, distruggere qualcosa o qualcuno’ (uso figurato affine a quello di stendere nel senso di ‘lasciare annichilito, senza la capacità di rispondere’).

La maggior parte dei dizionari sincronici non riporta questo significato. Il GRADIT, oltre al significato primario di ‘coprire con asfalto una strada o una superficie per pavimentarla o renderla impermeabile’, riporta un secondo significato figurato del verbo che vedremo in seguito. Sabatini-Coletti 2008, Vocabolario Treccani online e Garzanti 2018 considerano per asfaltare – derivato da asfalto e attestato a partire dal 1941 (cfr. DELI) – il solo significato proprio di “ricoprire, pavimentare con asfalto” (Garzanti 2018). Soltanto lo Zingarelli 2019 e il Devoto-Oli a partire dall’edizione del 2018 registrano l’uso metaforico: “fig., colloq. Sconfiggere in maniera eclatante, dimostrando una schiacciante superiorità: asfaltare la squadra avversaria || Non tenere in alcuna considerazione, calpestare, distruggere: asfaltare la scuola pubblica, i valori della Costituzione” (Devoto-Oli 2019). Si tratta dunque di un uso colloquiale, informale,dal tono a volte aggressivo, diffuso particolarmente all’interno di dibattiti politici e cronache sportive.

Nello Zingarelli 2019 l’uso di asfaltare nel senso di “annientare, sbaragliare” è segnalato come gergale e proprio del linguaggio giornalistico; di fatto, sembra essere questo l’ambito in cui asfaltare nella nostra accezione è nato e si è ampiamente diffuso.

Nell’archivio di Repubblica, che raccoglie articoli dal 1984 a oggi, abbiamo ricercato, il giorno 9/1/2019, la forma all’infinito asfaltare; emergono in totale 669 risultati tra i quali, come abbiamo detto, si deve considerare la compresenza delle diverse accezioni. Infatti, verificando ogni singola occorrenza si scopre che il totale dei risultati di asfaltare inteso come ‘battere, sconfiggere’ è in realtà 118. Di queste 118 occorrenze, 25 sono quelle precedenti al 2012 (circa il 22%) mentre le restanti 90 compaiono a partire dal 2012. Anche ricercando altre forme del verbo si conferma la crescita esponenziale a partire dal 2012: per ha asfaltato troviamo 69 occorrenze nell’accezione che a noi interessa (su un totale di 96 risultati) di cui solamente 15 compaiono prima del 2012; la forma asfaltacompare nel nostro significato 151 volte (su un totale di 219) ma solo 45 volte prima del 2012; delle 115 occorrenze pertinenti della forma asfaltata (su un totale di 1.252: strada asfaltata è prevedibilmente una locuzione molto frequente) 65 appaiono a partire dal 2012, mentre asfaltiamo, che nel nostro significato compare 24 volte su un totale di 38 risultati, non compare prima del 2010.

La prima attestazione presente sulla Repubblica di asfaltare nella nostra accezione è del 1995, in un articolo di Walter Fuochi sul campionato italiano di basket, a cui segue cronologicamente un’attestazione del 1999 sempre all’interno di un articolo sportivo dello stesso giornalista:

L’ha asfaltato da subito, con una rabbia difensiva che forse risaliva pure ai cattivi ricordi di Atene, e con una precisione chirurgica in attacco, dove Danilovic e Moretti sono tornati la coppia di punte dei sogni di mezza città, Carera e Binion energici in difesa, Coldebella un orologio in regia (Walter Fuochi, Buckler prima con rabbia, “La Repubblica”, 23/3/1995).

Ieri, ad esempio, erano tornati in seimila al palasport sull’autostrada: e la squadra di Caja gli ha fatto spellare le mani, per un tempo, quello che è bastato ad asfaltare la Viola. 59-31, giocare il secondo è stata poi una formalità (Walter Fuochi, Cuore ed entusiasmo, Pesaro torna grande, “La Repubblica”, 20/12/1999).

Per ogni forma cercata, i successivi articoli in cui compare asfaltare sono tutti, salvo rarissime eccezioni, d’ambito sportivo: c’è chi asfalta e chi viene asfaltato, si asfaltano intere squadre o singoli giocatori, e persino Francesco Totti sosteneva in un’intervista del 2011 che “quando una squadra ha la possibilità di asfaltare è giusto che lo faccia” (da notare in questo caso l’uso assoluto del verbo). Nel 2010 appare per la prima volta in un articolo di ambito politico:

“Per essere candidati, per me ci vogliono le tre ‘c’: ci vuole il cervello, ci vuole il cuore, e ci vuole la terza ‘c’ che sta sotto l’ombelico”; “Noi questi (la sinistra, nda) li asfaltiamo”. Sono due alati concetti, espressi sotto elezioni (alle comunali del 2009 e alle regionali del 2010), che hanno un solo arguto autore e fine dicitore: l’attuale sceriffindaco di Sanremo Zoccarato (Enzo Costa, Amor che a nullo Zoccarato, “La Repubblica”, 11/2/2010).

Sembra che la responsabilità di tale improvviso sconfinamento dal mondo sportivo a quello politico sia attribuibile a Matteo Renzi che utilizzò l’espressione “Li asfaltiamo!” durante il discorso per la chiusura della festa del Partito Democratico a Milano:

Di due cose è certo Matteo Renzi ieri alla chiusura della festa del Pd milanese. La prima: «Al centrodestra non conviene andare alle elezioni, perché se si vota questa volta noi li asfaltiamo».[…] Epifani poi non è molto convinto che sia possibile “asfaltare” il Pdl (Andrea Montanari, Renzi lancia la sfida alla destra ‘Se si vota, stavolta li asfaltiamo’, “La Repubblica”, 16/9/2013).

L’espressione usata da Renzi impressionò in modi diversi l’opinione pubblica, scatenò diverse polemiche a causa della sua sfumatura aggressiva e provocò una buona dose di repliche spesso costruite sulla metafora stradale e sul gioco di parole:

Punge a ripetizione Renzi: «Vuole asfaltare il Pdl? Va bene, ma manca la strada. Io dico che bisogna fare la legge elettorale e poi tornare a votare nel 2014» (Silvia Bignami, Pd, Civati punzecchia Renzi: Per asfaltare ci vuole la strada, “La Repubblica”, 17/9/2013).

L’allora sindaco di Firenze replicò a chi sosteneva che asfaltare fosse un termine eccessivamente duro e violento con un post sul suo profilo Facebook del 18 settembre 2013:

Oh, ma fanno tutti polemica sulle parole. Rottamare non va bene, asfaltare è violento, cool è troppo inglese (e le ironie che facilmente immaginate). Aspetteremo le primarie per vedere se qualcuno vuole discutere anche delle idee, non solo delle parole. Nel frattempo spazio ai fatti.

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