Imane Kaabour, 37 anni, di origini marocchine, in Italia anzi a Genova dal 1991, un figlio e un marito italiano, laurea in Scienza dell’Educazione con specializzazione in Antropologia ed Etnologia, istruttrice di pugilato e titolare del KBC Kaabour Boxing Center nel capoluogo genovese: «L’unica volta che mi sono sentita discriminata è stato tanti anni fa in Danimarca. Solo perché mi avevano sentito parlare in italiano…».
Suo padre all’epoca lavorava come cromatore in una ditta. L’azienda gli diede l’opportunità di venire a lavorare in Italia. Lui non se lo fece ripetere due volte, approdando a Genova con moglie e i due figli, Simonhamed, che oggi insegna in un liceo internazionale sempre a Genova, e lei: «Sono arrivata qui che avevo 9 anni. Lasciare il Marocco non è stato un problema, era un Paese troppo povero. L’unica cosa che mi interessava era stare con la mia famiglia. Abbiamo imparato l’italiano in fretta e ci siamo inseriti. Ovvio che a essere donna, marocchina e istruttrice di boxe c’è chi mi guarda male. Ma non mi arrabbio più. Al massimo ne rido. Se guardo a tutto quello che ho realizzato nella mia via vita non posso che essere soddisfatta. Spesso scopro che ho fatto più cose io di tante persone che mi giudicano».