L’occasione è stata la presentazione a Roma del Sistema informativo Excelsior sui dati del mercato del lavoro italiano, proprio nel giorno in cui il reddito di cittadinanza è diventato legge. Nella sua prima uscita pubblica, il neopresidente di Anpal Mimmo Parisi, esperto italoamericano di Big Data, era nel suo ambiente, tra statistici e professionisti del mondo dei dati su domanda e offerta di lavoro. «Non sapevo proprio niente», dice lui, che è stato chiamato dal Mississippi (Stati Uniti) per gestire le politiche attive e i navigator di supporto al reddito di cittadinanza. «Oggi ho imparato tantissimo. Tante cose dovrò imparare ancora, perché sono qui da pochissime settimane».
Parisi si è complimentato più volte con i relatori di Unioncamere e Infocamere per le piattaforme di dati illustrate. E ha presentato il suo programma di «data scientist» – come si è più volte definito – portando la sua esperienza dal Mississippi al mercato del lavoro italiano. Che ora dovrà studiare proprio partendo dai dati. «Ho fatto molto bene negli Stati Uniti», spiega, «quindi volevo portare la mia esperienza anche qui in Italia». E «una delle cose che voglio fare come agenzia è diventare un modello di innovazione delle politiche attive del lavoro, non solo per i navigator, ma per molte altre cose che faremo insieme tra tecnologie e dati, e rendere quello che facciamo più accessibile alle persone e alle aziende. I centri per l’impiego saranno fondamentali in questo scambio di informazioni tra lavoratori, imprese e agenzie private». Al tavolo con lui anche Cristina Grieco, coordinatrice della commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni, fresca dello scontro con Anpal sulla assunzione dei navigator. «Sono felice che oggi trattiamo di qualcosa che non siano i navigator perché finora ci siamo dedicati solo ai navigator», dice lei.
Mimmo Parisi ha presentato la sua visione del cambiamento in corso nel mondo del lavoro, osservata dall’altra parte dell’Oceano. «La laurea da sola non basta», spiega. «Bisogna essere work ready. L’esperienza e le competenze pratiche sono il pacchetto che le aziende oggi cercano». Motivo per il quale, aggiunge, «le politiche attive devono essere pensate in un modo più complesso e multidimensionale». Ecco la sua ricetta: «Dobbiamo avere sistemi tecnologicamente avanzati per mettere in connessione i lavoratori con il mondo del lavoro in tempo reale. Oggi mi sono stupito in maniera positiva che ci siano già lavori in avanzamento da questo punto di vista. Dal punto di vista tecnologico ci sono tre fasi: Big Data, Smart Data e Fast Data. Oggi ho sentito due fasi, Big e Smart. Fast significa che bisogna metterli nelle mani delle persone in tempo reale. Una cosa che faremo, e spero che riusciremo a realizzare, con i navigator è quella di creare il cosiddetto case management and labour exchange: prenderemo tutti i dati disponibili oggi e li elaboreremo in maniera tale che la persona che utilizza il case management non debba pensare come leggere le informazioni sul dashboard, ma ci sarà un’intelligenza dietro il sistema che consentirà, sulla base dell’interesse della persona, di elaborare i dati per suggerire in che modo proseguire. E quindi il navigator utilizzerà questi due strumenti, fornendo anche la “parte umana” su come creare piani individuali di sviluppo».
In passato, dice Parisi, «le imprese fornivano opportunità di trovare un lavoro e quindi andavamo verso il lavoro, adesso è il lavoro che cerca le persone. Dobbiamo aiutare le persone a diventare occupabili. Non dobbiamo limitarci a fornire servizi e opportunità per trovare un lavoro, ma anche servizi e opportunità per avere un carriera e trovare un lavoro successivo. Facendo così le politiche attive del lavoro si trasformano anche in politiche di sviluppo economico perché adesso le imprese vanno dove c’è capitale umano. Quindi potremo essere in grado di fare maggiori investimenti e l’occupazione non sarebbe più un problema».
Per fare tutto questo, ora, Anpal dovrà creare una piattaforma e un software che connetta e interpreti i dati di cui Parisi ha parlato, mettendo in rete tutti i centri per l’impiego. Il modello a cui ispirarsi sarebbe l’applicazione Mississippi Works che Parisi ha creato per lo Stato del Mississippi, facendo sorgere qualche dubbio su un potenziale conflitto di interessi nel caso in cui dovesse trovarsi ha comprare e a vendere l’applicazione contemporaneamente. Su questo punto, di cui ancora non si sa nulla, Parisi ha preferito non rispondere.