Lo hanno aspettato per ore, sotto la sede di Anpal Servizi, la società controllata dall’Agenzia nazionale per le politiche attive. Ma alla fine il presidente Mimmo Parisi, il guru americano chiamato dal Mississippi da Luigi Di Maio, ha preferito non incontrare i 654 precari di Anpal, assistenti tecnici e operatori delle politiche attive, che il 23 maggio hanno scioperato in tutta Italia. Bloccando, da Nord a Sud, le attività dell’agenzia incaricata ora dal governo di assumere i 3mila navigator per trovare un lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza. «In attesa dei navigator, ci è stata chiesta già l’assistenza tecnica ai centri per l’impiego per i percettori del sussidio. Ma siamo pronti a bloccare i servizi», dicono. «Senza la nostra stabilizzazione, sarà complicato implementare il reddito»
Per loro il decretone non ha previsto alcun canale preferenziale. E da tempo chiedono la stabilizzazione. Con il rischio che, mentre Anpal selezionerà, assumerà e formerà i nuovi navigator, tutti cococo e senza esperienza, molti dei loro contratti invece, dopo anni di lavoro, andranno a scadenza senza essere rinnovati. «Nel decretone hanno stanziato 25 milioni di euro per l’acquisto del software di Anpal e non per stabilizzare i precari», denunciano i portavoce del Coordinamento dei precari. «Questa è la realtà delle politiche attive, le altre sono balle elettorali. Delle assunzioni per il potenziamento dei centri per l’impiego non si sa nulla, e persino il modulo per sottoscrivere i patti per il lavoro dei percettori non è ancora stato consegnato ai centri. Non parliamo solo di precarietà del lavoro, ma di precarietà dei servizi».
Nel decretone hanno stanziato 25 milioni di euro per l’acquisto del software di Anpal e non per stabilizzare i precari
Su 1.100 lavoratori di Anpal Servizi, 520 sono collaboratori e 134 a tempo determinato. Per due di loro i contratti sono già scaduti, altri 13 rimarranno senza lavoro a fine maggio. E poi via via fino a settembre 2020. «Piuttosto che eliminare il precariato, come aveva promesso Di Maio, stanno eliminando i precari», spiega uno dei tredici operatori che vedrà scadere il contratto il 31 maggio. Da luglio, è il quinto sciopero messo in atto dal Coordinamento nazionale. «Abbiamo incontrato sottosegretari, ministri, i componenti delle Commissioni lavoro, il presidente Parisi e i principali esponenti dei Cinque Stelle, ma abbiamo avuto solo promesse. Il tempo dell’interlocuzione è finito». Più volte hanno sperato in un emendamento ad hoc nel decretone, ma poi non se ne è fatto nulla. L’ultimo tentativo, è un emendamento al “decreto crescita”, presentato da Stefano Fassina e Stefano Pastorino che prevede l’assunzione prioritaria in Anpal per chi abbia almeno 24 mesi di anzianità.
Tra le delegazioni arrivate da tutta Italia, la media d’età è alta. Quasi tutti sono “precari storici”. C’è chi si occupa di politiche attive per Anpal anche da 15-18 anni, ben prima che si parlasse di navigator e reddito di cittadinanza. E ora rischia di non vedersi più rinnovato il contratto. Colpa, anche, del “decreto dignità” voluto dai Cinque Stelle, che ha ridotto il numero massimo di rinnovi e la durata dei contratti a termine. Ma il risultato è che, anziché passare ai contratti stabili, alla scadenza tanti restano a casa. E il cortocircuito è che lo stesso destino attende i lavoratori a tempo di Anpal, che si occupa anche di ricollocazione dei disoccupati, vigilata dallo stesso ministero del Lavoro che ha voluto quel decreto. Da “precari che ricollocano disoccupati” a “disoccupati che saranno ricollocati da precari”. «I colleghi che scadono tra poco dovranno chiedere il reddito di cittadinanza, trovandosi davanti magari i navigator cococo che loro stessi hanno formato. È questo il paradosso», dicono.
Questa è la realtà delle politiche attive, le altre sono balle elettorali. Persino il modulo per sottoscrivere i patti per il lavoro dei percettori non è ancora stato consegnato ai centri per l’impiego
«Sono 18 anni che mi occupo di politiche attive», racconta uno di loro. «Sono cambiati intanto sette ministri del Lavoro e sono ancora qui a chiedere notizie sul mio futuro professionale». Ognuno di loro ha superato diversi concorsi e selezioni tecniche, «con prove scritte e orali», precisano, «non con le crocette come faranno i navigator». C’è chi si occupa di alternanza scuola-lavoro; chi della ricollocazione delle categorie vulnerabili; chi ha guidato i lavoratori delle regioni colpite dal terremoto alla ricerca di nuove occupazioni; chi addirittura lavora nella comunicazione istituzionale al ministero del Lavoro guidato da Luigi Di Maio e tra una settimana sarà a casa. «Siamo noi che contribuiamo a realizzare quei numeri che qualcuno poi nel governo si intesta. Ora l’azienda, che avrà altri 3mila precari in pancia, ci sta dicendo che non ha più bisogno di noi. Dopo l’assunzione dei navigator, Anpal servizi avrà il 90% del personale a termine, diventando la società in house con il più alto numero di precari d’Europa».
Nel 2017, con il precedente governo, i sindacati avevano avviato il processo di stabilizzazione. Nel 2018, 50 di loro avevano ottenuto il contratto a tempo indeterminato. Poi l’iter si è interrotto. «Dovevo essere stabilizzata ad aprile 2018, ma non ho saputo più nulla», racconta una di loro. E la legge di bilancio del governo Conte ha stanziato solo 1 milione di euro tra 2019 e il 2022 per la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato. Una cifra insufficiente a trasformare tutti i contratti a tempo indeterminato. E infatti l’azienda ha fatto già sapere che si terrà un concorso per assumerne solo 20, su 654. Per gli altri, non si sa nulla.
Dopo lo sciopero, l’azienda si è impegnata a fissare un nuovo incontro con le delegazioni. Ma lo stato di agitazione dei precari continua, e per la prossima settimana si svolgerà una nuova assemblea. «Basta con le promesse, siamo pronti a far saltare anche la formazione dei navigator».