Cronache da MoscaGuai economici, conflitti etnici, e spopolamento: la Russia fa più pena, che paura

Con le elezioni europee si moltiplicano allarmi e sospetti su presunte intrusioni propagandistiche da parte russa. Ma dietro all’ostentato nazionalismo ci sono problemi enormi. Che gli stessi russi non vogliono ammettere

SERGEI KARPUKHIN / POOL / AFP

Alla vigilia delle elezioni europee si moltiplicano allarmi e sospetti su presunte intrusioni propagandistiche da parte russa. Hacker e produttori di fake news sarebbero al lavoro a tempo pieno per sostenere partiti populisti, mettere in difficoltà gli europeisti, dare una mano ai Paesi amici come l’Ungheria di Orban, allargare il divario fra Europa e Stati Uniti. Quanto tutto questo sia vero è da dimostrare, ma i precedenti (vedi elezioni americane) e tanti allarmi, oltre a voci di finanziamenti, sono più di un indizio. Resta però controverso il reale interesse della Russia a operazioni di questo tipo, anche perché la pesante situazione economica, svalutazione del rublo e collocazione strategica consiglierebbero un rapporto più costruttivo con l’Europa nel suo insieme. La Russia ha un disperato bisogno di investimenti che rafforzino il sistema produttivo e le esportazioni, oggi limitate alla pur notevole riserva di materie prime.

Molto probabilmente, l’offensiva russa risponde a un’orgogliosa ritorsione nazionalistica in risposta alle sanzioni europee per l’annessione della Crimea e la mancata implementazione degli accordi di Minsk per la crisi in Ucraina. Siccome la prima cosa che la Russia chiede da sempre, a qualsiasi prezzo, è il rispetto, queste iniziative mirano soprattutto a far valere le ragioni di Mosca su questi scenari e a catturare sostegni alla causa ovunque è possibile. Non casualmente, uno dei primi a rispondere all’appello contro le sanzioni è stato il nostro Matteo Salvini. Posizione che peraltro risponderebbe a nostri interessi commerciali (le esportazioni negli ultimi anni sono calate di qualche miliardo), anche se il nostro governo è stato silente sul tema dove avrebbe potuto alzare la voce, cioè in sede europea.

La Russia di oggi vive in modo drammatico le stesse contraddizioni delle società europee che pretenderebbe di condizionare

Al tempo stesso, si moltiplicano proprio in queste settimane, i punti di attrito con Stati Uniti ed Europa negli scenari di crisi aperti : Venezuela, nucleare iraniano, Ucraina, Siria. Scenari in cui le visioni sono divergenti o diametralmente opposte e rischiano di portare a tensioni ancora più forti se tutti gli attori continueranno a scherzare con il fuoco. A questo proposito, è sembrata una pesante provocazione la decisione del presidente Putin di concedere la cittadinanza russa ai cittadini russofoni o di origine russa residenti in Ucraina, secondo uno schema già applicato in Crimea, dove la popolazione era russa al 90 per cento e a suo tempo ha ovviamente scelto l’adesione con il referendum.

Ma la mossa di Putin sembra rispondere ad un’altra esigenza che è poi il più grave elemento di preoccupazione per il futuro del Paese: il calo demografico. La popolazione russa continua a decrescere. Si calcola che nel 2050 sarà di 137 milioni controicirca147 di adesso. Questo nonostante l’allungamento della speranze di vita e i generosi programmi di sostegno alle nascite e alla famiglia messi in campo dal governo russo negli ultimi anni: contributi per primo e secondo figlio, sgravi fiscali, congedi di maternità, fondi per la prima casa. In questo quadro, anche gli importanti restauri di chiese e monasteri in tutta la Russia sembra rispondere al rafforzamento di tradizioni e spiritualità in contrasto con la tendenza fortemente individualista e secolarizzata delle nuove generazioni urbane.

Nonostante l’apparente adesione ai movimenti populisti e xenofobi e a modelli nazionalisti la Russia di oggi vive in modo drammatico le stesse contraddizioni delle società europee che pretenderebbe di condizionare. E le soluzioni non sono molto diverse. Si chiamano welfare e immigrazione se il grande nemico è la demografia con i suoi alleati (stili di vita, emancipazione della donna, crisi economica). In Russia il flusso migratorio è fortemente controllato ma abbastanza incoraggiato per coprire servizi e lavori che i giovani russi non vogliono fare. Soprattutto in taxi, alberghi e ristoranti, basta osservare volti e tratti del personale. Gli abitanti in più della Russia futura saranno ucraini, uzbeki, moldavi e prima o poi cinesi.

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