Capro espiatorioL’unico errore della capitana Carola? Rivelare il destino infelice di chi la insulta

Il caso Sea Watch è solo un pretesto mediatico, e Carola Rackete in realtà non ha risolto nessun problema. Così Salvini è libero di continuare a tenere gli occhi chiusi: gli sbarchi proseguono e le migrazioni continueranno, anche per via dei cambiamenti climatici

Foto da Twitter

Lasciamo al loro destino infelice coloro che insultano, coloro che vorrebbero la capitana della SeaWatch «stuprata dai neri» e altre nefandezze simili. Sono soltanto le scorie, si spera passeggere, di un’Italia che ha perso orgoglio e dimensione da grande Paese europeo, con una grande storia e una grande civilità alle spalle.

Lasciamo alla sua coscienza e ai suoi tweet «sbruffoncelli» il capitano truce #Salvini che sta trascinando l’Italia nel baratro economico e nell’isolamento dall’Europa, nel silenzio colpevole della maggioranza degli imprenditori, artigiani, commercianti, dell’Italia produttiva e di quel popolo del nord che ha tutto da perdere da questa politica e nemmeno se ne accorge.

Proviamo soltanto a riflettere, almeno da egoisti, se non vogliamo essere solidali o generosi,o anche semplicemente civili, sulla posta in gioco, sulla vera questione sollevata dal caso #SeaWatch. Dietro il duello capitana/capitano che dovrebbe appassionare soltanto il bar e invece riempie i giornali, ci sono verità scomode di cui non si parla e non si scrive e che molti non vogliono vedere e tantomeno discutere, essendo accecati dalla propaganda salviniana, dall’odio, dalla paura, dai virus nefasti che sono all’origine di tante tragedie della storia recente e passata, anche perchè il contagio è favorito da pochi e non avvertito da molti.

Il trattato di Dublino va rivisto, è vero, ma avete mai visto qualcuno affrontare il tema con i patners europei che contano?

Gli sbarchi continuano ad avvenire, decine ogni giorno e con ogni mezzo. La SeaWatch è quindi un pretesto mediatico per nascondere ciò che non si riesce a fermare. Il fatto che la capitana tedesca appartenga alla tipica fauna dell’umanitario/politicamente corretto/siamotutticolpevoli/abbassol’occidente, ne fa soltanto un’attrice della tempesta perfetta, il miglior amico del peggior nemico, ma non sposta nulla e non cambia nulla nella realtà dei problemi.

L’Europa non fa niente ed è in parte vero. Germania e Francia non ci aiutano perchè ci siamo invischiati in una politica suicida di isolamento, strizzando l’occhio a quei governi sovranisti che agiscono esattamente come noi, cioè a parole e slogan genere fuori tutti. Il trattato di Dublino va rivisto, è vero, ma avete mai visto qualcuno affrontare il tema con i patners europei che contano?

– Salvini sbraita e insulta, ma in un anno di governo non ha espulso o rinviato a casa quasi nessuno dei 600mila sbandierati all’inizio del mandato. Le esibizioni muscolari fuori da un ufficio dove quasi non mette piede servono a nascondere i numeri, non a modificarli.

– La politica e la società italiana fingono di non sapere che l’invecchiamento della popolazione, la fuga di cervelli, il calo demografico, la crescita zero sono questioni ben più gravi e drammatiche di qualche migliaio di disperati in rotta verso le nostre coste. Discutere di SeaWatch e di sbarchi per il resto dell’estate, con la complicità megafonica di media e giornali, serve a chiudere gli occhi sull’inanità e sulla paralisi del governo.

Se fossimo egoisti intelligenti alzeremmo un «Muro» ben più efficace e duraturo, fatto con mattoni e reti di altro tipo: investimenti sul clima, sui territori al di là del Mediterraneo, sullo sviluppo energetico sostenibile, sulla democrazia, sui diritti

– per effetto dei cambiamenti climatici, delle guerre, della desertificazione, milioni di esseri umani si muovono in tutto il mondo nella speranza di una vita migliore o anche soltanto per non morire dove sono nati. Fra 100 e 140 milioni nel prossimo decennio, secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite. Nessuna barriera, nessun muro, nemmeno la Muraglia cinese potrà fermarli.

Se fossimo egoisti intelligenti alzeremmo un «Muro» ben più efficace e duraturo, fatto con mattoni e reti di altro tipo: investimenti sul clima, sui territori al di là del Mediterraneo, sullo sviluppo energetico sostenibile, sulla democrazia, sui diritti. Utopia? Forse, ma nessuno ha inventato qualche cosa di meglio e non è troppo tardi per tornare indietro. In nessun momento della storia, da Augusto a Churchill, da Colombo a Magellano, e prima ancora da Neanderthal all’homo sapiens, le cose del mondo sono andate diversamente: migrazioni, colonizzazioni, integrazioni, imperi e nuovi miscugli.

Salvo chiudere gli occhi e arrestare una capitana umanitaria con ignobile compiacimento, come se fosse Matteo Messina Denaro o Cesare Battisti. Allora, con un’overdose di cinismo, si può dire che giustizia è «fatta».

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