«In Italia tutti parlano di giovani, ambiente e sostenibilità, ma quando si tratta di legiferare guardano solo all’oggi». Andrea Mazziotti è un avvocato romano di 52 anni, non è esattamente un millenial. Tuttavia c’è lui dietro la proposta di legge Figli Costituenti, legge di iniziativa popolare promossa da +Europa per inserire in costituzione la sostenibilità ambientale e quella generazionale, cui anche Linkiesta ha aderito. È una battaglia molto difficile, quella di Figli Costituenti: le leggi di iniziativa popolare hanno bisogno di 50mila firme per essere presentate e discusse in Parlamento. Eppure Mazziotti pensa che sia una battaglia che meriti di essere combattuta, perché in due righe appena per articolo costituzionale potrebbe cambiare il nosto modello di sviluppo: «Quota 100 sarebbe stata incostituzionale, ad esempio», spiega.
Perché avete deciso di intraprendere una battaglia difficile come Figli Costituenti?
Perché chi è al governo se ne infischia degli effetti di medio-lungo periodo: quota 100, condoni, bonus, assunzioni a pioggia: tutte misure di cortissimo respiro che hanno in comune la totale mancanza di attenzione per il costo economico, sociale e ambientale che pagheranno le generazioni più giovani. Serve una mobilitazione di tutti, non solo dei giovani, per farla finita. In Parlamento, senza spinta esterna, non lo faranno mai. Ho avuto modo di testarlo nella passata legislatura: quando ho presentato una proposta per inserire in Costituzione il principio di equità generazionale pensionistica: all’inizio erano tutti d’accordo, ma quando si è trattato di fare sul serio, sono spariti.
Serve per forza modificare la Costituzione per affermare equità intergenerazionale e sviluppo sostenibile?
Sì è necessario. Perché in questo modo gli effetti di medio-lungo periodo costituiranno oggetto dell’esame parlamentare di qualsiasi legge. La Commissione Affari Costituzionali dovrà occuparsene, e così la Commissione Bilancio. E si potrà portare alla Corte Costituzionale le leggi ammazza-futuro. Governi e partiti politici saranno obbligati a legiferare occupandosi ovviamente dei bisogni del presente, ma senza pregiudicare quelli delle future generazioni, che è poi la definizione di sviluppo sostenibile. Non ci si può affidare al buon cuore dei partiti. Serve Figli Costituenti, che sancisce un vero patto tra generazioni.
Quota 100, condoni, bonus, assunzioni a pioggia: tutte misure di cortissimo respiro che hanno in comune la totale mancanza di attenzione per il costo economico, sociale e ambientale che pagheranno le generazioni più giovani
Quante firme sono state raccolte finora e quante ne mancano? Chi sta sostenendo l’iniziativa? Notizie dal Pd, dai Verdi o dai partiti di centrodestra?
Ne servono 50.000. Per ora siamo ancora a qualche migliaio, che speriamo siano cresciute notevolmente nell’ultimo weekend di mobilitazione. Ma ogni giorno si aggiungono nuovi movimenti e associazioni che vogliono collaborare. Fin dall’inizio sono stati con noi l’Associazione Giovani Notai e i Giovani Avvocati, il Comitato Ventotene, Tortuga, il Movimento Europeo e via via si sono aggiunti tanti altri, a partire dall’Alleanza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Stanno raccogliendo firme Volt, il Team Kollensberger, Passaggi a NordEst, Yezers, Cooperativa Hermes 4.0, Brainstorm e tanti altri. Ci sostiene anche Siamo Europei di Carlo Calenda, mentre il Pd ufficialmente non ha aderito, anche se alcuni esponenti di primo piano hanno firmato. Dai verdi nessuna notizia, e neppure dal centrodestra. Ma speriamo che arrivino tutti, a partire dalle grandi associazioni ambientaliste come Wwf, Legambiente, ecc. Questa è la loro battaglia ancora prima che la nostra.
Lei non è un politico di estrazione radicale, è entrato in politica con Scelta Civica di Mario Monti, eppure ha scelto un metodo molto radicale di iniziativa politica. Avendo conosciuto Emma Bonino si è innamorato del loro modo di far politica? È diventato un “montiano radicale e ambientalista”?
Io sono un liberale europeista e ho partecipato fin dai primissimi passi alla creazione di +Europa. Emma Bonino è stata ed è un modello per chi abbia a cuore la libertà e l’Europa e le battaglie radicali su democrazia, economia, ambiente e giustizia sono da sempre anche le mie. In un periodo in cui il Parlamento è, se non del tutto esautorato, abbastanza narcotizzato, le grandi battaglie politiche vanno portate per strada. Abbiamo raccolto firme su una mia iniziativa contro l’assurda proposta del Governo di reintrodurre le chiusure obbligatorie dei negozi e ora lo facciamo su Figli Costituenti, per tutelare il futuro nostro e di chi arriverà dopo.
Nella conferenza stampa di presentazione, avete sostenuto che – se la proposta di Figli Costituenti entrasse davvero in Costituzione, Quota 100 sarebbe incostituzionale. È davvero così?
Assolutamente sì. Quota 100 è una misura temporanea, non strutturale, finanziariamente non sostenibile. I giovani che adesso stanno lavorando, pagano i contributi per finanziare una norma che vale oggi, ma che a loro non si applicherà mai. È una discriminazione conclamata tra chi va in pensione oggi e chi spera di andarci domani.