È arrivata l’estate e le pagine dei giornali abbondano di consigli di lettura, Libri e libroni che la persona colta o presunta tale si porterà in spiaggia, per leggerli o sfogliarli nei lunghi pomeriggi di relax in riva al mare. E per chi, invece, resta in città a lavorare? Quali libri dovrebbero leggere, tra un viaggio in treno e un ritorno in metropolitana, sognando le onde e combattendo il caldo dell’asfalto?
La risposta è qui. Secondo questa compilation di Electric Literature ci sono libri e libretti adatti per il commuter: brevi ma piacevoli, si leggono in poco tempo e, soprattutto, sono leggeri da trasportare. Ci si guadagna anche in salute.
Uno di questi è Le ragazze del convenience store, di Murata Sayaka. Una storia piena di vita e umorismo su una ragazza che lavora in un convenience store, dove si trova benissimo. I suoi genitori vorrebbero però per lei una vita diversa e le chiedono di lasciare il lavoro per trovare marito. Seguono disavventure, riflessioni e risate sulla società contemporanea giapponese.
A seguire, ci si può dedicare a Primula della sera, di Kopano Matlwa. La scrittrice sudafricana racconta le difficoltà quotidiane di una donna nella società sudafricana contemporanea, tra violenza e tensioni razziali (checché se ne dica, ancora vive) immaginandosi il suo diario giornaliero.
Per una lettura più disimpegnata, Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario, dello scrittore Amara Lakhous. Un romanzo sull’Italia multi-culti che parte da un maiale che scorrazza felice nella moschea di Torino e che attira le attenzioni della comunità islamica, della destra xenofoba e degli attivisti per i diritti degli animali. Tutte posizioni che arriveranno a un inevitabile quanto pirotecnico conflitto.
Infine, per qualcosa di più rinfrescante, Ghost Wall di Sarah Moss, che purtroppo è disponibile solo in lingua originale (inglese). Racconta, in 150 pagine, una bizzarra quanto sinistra gita educativa nel Northumberland, dove ci si impegna in una rievocazione storica dell’Età de ferro. Un modo per imparare qualcosa di più sull’antichità, sulle campagne inglesi e su come gli esseri umani, sia che vivano nel presente o che si immaginino di stare nel passato, riescano sempre a far andare male le cose.