A guardarlo, mentre ride, scherza e gesticola seduto al bar del centro sportivo milanese Bonacossa, crollano tutti gli stereotipi che ritraggono i cinesi come persone chiuse, diffidenti e impenetrabili. Yang Min, per gli amici e gli allievi solo Yango, è stato un campione di tennis da tavolo.
Piccolo, muscoloso e veloce, ha un carattere estroverso e la rara dote dell’ironia. Aveva 25 anni quando è arrivato da Shanghai per giocare nella squadra del Cagliari. All’epoca, prima di diventare cittadino italiano e star internazionale del ping- pong, parlava un italiano più mimato che parlato. Poi le cose sono cambiate: dopo aver scalato il ranking mondiale, diventando uno dei giocatori più forti al mondo, nel 1995 ha indossato la maglia azzurra per i campionati mondiali che, quell’anno, si tennero proprio in Cina, a Tianjin, dove sconfisse l’allora campione olimpico coreano Yoo Nam Kyu. «L’Italia è bellissima, ho scelto vivere qui perché siete un popolo affascinante con molte aspettative ed esigenze, ma dovreste essere più rigorosi», racconta a NuoveRadici.World
In Italia Yang Ming è arrivato perché Shangai, alle fine degli anni Ottanta, gli stava stretta: lui voleva viaggiare, emergere. E ci è riuscito. Ha partecipato a sei campionati mondiali, e altrettanti campionati europei.