Due stragi di innocenti in pochi giorni negli Stati Uniti, ad opera di giovani mentalmente disturbati o tristemente fanatici, entrambi armati con armi da guerra. Un’altra grande gigantesca manifestazione di protesta a San Pietroburgo dopo quelle di Mosca, conclusasi con centinaia di arresti, cariche della polizia, pestaggi di cittadini inermi che chiedono soltanto di partecipare a libere elezioni. Un altro week end di proteste a Hong Kong, represse dal regime cinese che vorrebbe omologare alle leggi del Paese l’ultimo angolo di relativa libertà e autonomia dell’impero celeste.
Sono fatti certamente distanti, per i quali è del tutto evidente la diversa misura di gravità. Ma è utile una riflessione sui contrapposti modelli di società e ordinamento dello Stato che tendono in tutti i casi a umiliare la convivenza civile e abbassare livello di democrazia e libertà, individuale o collettiva. Negli Stati Uniti, l’uso delle armi, la libertà di acquisto, l’ostinata resistenza delle lobby degli armamenti a impedire qualsiasi forma di controllo e limitazione rendono davvero limitante il libero svolgimento di normali attività di lavoro, di studio, di divertimento. Che senso ha entrare in un supermercato o in un ateneo con la paura di essere sterminati da un qualsiasi pazzo con il mito delle armi? Che cosa è diventato negli Usa il rispetto della vita umana? Quale forza dissuadente può avere una condanna a morte se comminata in molti casi a condannati innocenti?
In nessun Paese europeo c’è la pena di morte, in nessun Paese europeo si vendono liberamente armi, in nessun Paese europeo la polizia stronca nel sangue le manifestazioni, in nessun Paese europeo scompaino misteriosamente dissidenti e oppositori
In Russia e in Cina si ripropongono invece questioni di democrazia per le quali sono sempre più intollerabili silenzi e indifferenza, con un occhio agli affari e alle relazioni commerciali. Qui il modello economico liberista è prevalso in modo ancora più esasperato che in America, sconfiggendo un sistema ideologico e dittatoriale, ma la libertà di arricchirsi ha aggravato differenze sociali, creato caste di privilegiati corrotti e, in Russia, ha creato anche milioni di nuovi poveri.
Nulla consiglia paragoni fra il livello di democrazia americana, nonostante l’uso spregiudicato del potere da parte del presidente twittatore, e le derive autoritarie dei regimi russo e cinese.
Ma è utile rinfrescare la memoria su vantaggi, traguardi raggiunti e valori etici del modello europeo unitario e di molti dei Paesi europei, nonostante le derive populiste, xenofobe e autoritarie di alcuni degli Stati membri. In nessun Paese europeo c’è la pena di morte, in nessun Paese europeo si vendono liberamente armi, in nessun Paese europeo la polizia stronca nel sangue le manifestazioni, in nessun Paese europeo scompaino misteriosamente dissidenti e oppositori, in nessun Paese europeo, la fame e la miseria distruggono la vita di milioni di cittadini.
L’Europa ha raggiunto eccellenti standard di democrazia e alti livelli di servizi sociali. L’Europa ha costruito un sistema economico basato sull’economia sociale di mercato e sui diritti dei lavoratori.
L’Europa persegue un modello d’integrazione e di inclusione che non ha paragoni in altre aree del pianeta. L’Europa è anche l’area più ricca del mondo, senza essere, come vuole una certa narrazione populista, l’Europa dei banchieri e dei tecnocrati. La critica e la denuncia di problemi irrisolti è sacrosanta, ma ricordiamoci della strada compiuta in settant’anni di pace. Una strada che può ancora permetterci di non invidiare le grandi potenze mondiali.