Non sappiamo ancora come si concluderà la crisi di governo. Probabilmente il Conte bis nascerà e sarà sancita ufficialmente la nuova maggioranza politica M5S-PD. In queste settimane l’opinione pubblica si è divisa tra chi è disinteressato e forse addirittura infastidito dalle continue dichiarazioni dei politici e chi, invece, prova a capire quali saranno i possibili scenari futuri. Sui quotidiani intanto impazza il Totoministri. Certamente, ritenere la discussione dei nomi non encomiabile, per usare un eufemismo, probabilmente non è del tutto corretto. Dietro ogni nome, infatti, vi è una visione e collocazione politica, di conseguenza sapere se un certo profilo occuperà un dicastero rispetto a un altro, aiuta anche a comprendere come verrà declinato ogni specifico tema. Gran parte dei nomi che circolano sono tuttavia maschili, mentre la formazione del nuovo esecutivo potrebbe essere una buona occasione per dare il giusto spazio a donne che si sono distinte per capacità e competenza. Non è retorica e nemmeno demagogia sostenere che alle donne spettano ruoli e ministeri chiave, anzi è ancora frustrante nel 2019, dover segnalare la necessità che la presenza femminile sia numericamente adeguata. Allora abbiamo pensato di segnalare qualche nome che secondo noi farebbero la differenza nel prossimo Governo.
Facciamo qualche nome: Laura Boldrini, presidente della Camera dei deputati nella scorsa legislatura, attualmente deputata, con una prestigiosa attività internazionale a sostegno dei rifugiati; Lia Quartapelle già deputata nella precedente legislatura e componente della commissione esteri, nonché ricercatrice all’ISPI, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale; Monica Cirinnà nota soprattutto come promotrice e prima firmataria della legge sulla regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e sulla disciplina delle convivenze. A proposito di donne che hanno contribuito a rilevanti introduzioni nel nostro ordinamento giuridico, Mara Carfagna, attuale Vicepresidente della Camera e consigliere comunale a Napoli, più volte deputata e già Ministro per le Pari Opportunità dal 2008 al 2011, nota soprattutto per aver voluto l’introduzione del reato di stalking. Elly Schlein, eletta europarlamentare nel 2014 si è impegnata su temi quali diritti, immigrazione, giustizia fiscale, conversione ecologica, lotta alla corruzione e alle mafie e nel 2016 è stata anche nominata relatrice per il gruppo Socialista e Democratico sulla riforma del Regolamento di Dublino.
Dite la verità, non vi piacerebbe un governo al femminile?
Teresa Bellanova, senatrice, già viceministro allo Sviluppo Economico, si è occupata di crisi industriali e promotrice della legge contro il capolarato. In questo particolare elenco possiamo citare anche il ministro uscente della difesa Elisabetta Trenta e Debora Serracchiani, già deputata ed eurodeputata ed ex presidente del Friuli Venezia Giulia. E cosa dire della categoria sindaci? Anche qui i profili non mancano, basti pensare a Brenda Barnini, sindaco riconfermato di Empoli, Stefania Bonaldi, sindaco di Crema, a Giusi Nicolini, ex sindaco di Lampedusa e Linosa e a Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona dal 2013 e vincitrice del World Mayors Prize 2018, un particolare premio che viene conferito ai sindaci ogni due anni.
Se, invece, pensiamo all’economia, non possiamo non citare Mariana Mazzucato, docente di economia dell’innovazione allo University College London (UCL) e fondatrice dell’Institute for Innovation &Public Purpose, attualmente componente del consiglio dei consulenti economici del governo scozzese e del Consiglio direttivo della rete di soluzioni per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. E ancora, Lucrezia Reichlin, professoressa di Economia alla London Business School, prima donna a diventare direttrice ricerche della Banca centrale Europea. Passando alla cultura, Laura Valente, musicologa e giornalista, presidente del Presidente del Consiglio di Amministrazione del Madre, museo d’arte contemporanea Donnaregina. E dall’ambito dell’impresa e dello sviluppo, Laura Di Raimondo, attuale direttore d’Assotelecomunicazioni-Asstel, la categoria di Unione industriali che si occupa di Telco. Dite la verità, non vi piacerebbe un governo così?