Sono le storie profonde e lievi a valicare i sentimenti, a tenerci stretti, serrando la morsa appena a legarci giusto un po’ per saltare insieme dentro scenari già nostri, infine abbassare gli occhi sulle pagine e scomparire. Con gli occhi di Rosa Sirace poi, occhi trasparenti ed espressione smarrita di ragazza sensibile alla meraviglia di suoni e di immagini, con quegli occhi li vedi i personaggi, continuano a camminare quasi ci sfiorano, ci siamo noi e queste pagine di un intenso e insolito romanzo di formazione, Il cielo comincia dal basso di Sonia Serazzi (Rubbettino Editore).
Una storia che si snoda tra passato e presente, quasi un percorso esistenziale, di una donna, Rosa Sirace appunto, alla scoperta di se stessa sullo sfondo di una cittadina del Sud, una storia che parla di radici e di speranza, che ci riguarda tutti, certo perduta nel tempo ma che ritorna come una preghiera che viene dal mare. Cosa d’altronde potrà mai superare in altezza il campanile – le punte aguzze delle metropoli scompaiono nella nebulosa delle polveri sottili –, cosa eguaglierà i contraccolpi dell’amore nella piazzetta davanti la chiesa, i nomignoli con cui apostrofare gli amici di sempre – tornano come un’eco, come la neve delle palle di vetro capovolte – i singulti strozzati di chi ti invecchia accanto, i ricordi del sole più infuocato e del freddo più insensibile? Dove altrove poter raggiungere con lo sguardo ogni angolo del piccolo mondo su cui ti affacci? Pure respirare è superfluo dove l’aria è familiare.