Narrativa“Il cielo comincia dal basso”, come ritrovarsi nelle piccole cose

L’ultimo romanzo di Sonia Serazzi racconta di una donna che decide di tornare alle sue origini in una cittadina del Mezzogiorno italiano. Una storia che, con eleganza e realismo, narra la magia del quotidiano e il fascino delle piccole cose. Un’esperienza quasi religiosa

Sono le storie profonde e lievi a valicare i sentimenti, a tenerci stretti, serrando la morsa appena a legarci giusto un po’ per saltare insieme dentro scenari già nostri, infine abbassare gli occhi sulle pagine e scomparire. Con gli occhi di Rosa Sirace poi, occhi trasparenti ed espressione smarrita di ragazza sensibile alla meraviglia di suoni e di immagini, con quegli occhi li vedi i personaggi, continuano a camminare quasi ci sfiorano, ci siamo noi e queste pagine di un intenso e insolito romanzo di formazione, Il cielo comincia dal basso di Sonia Serazzi (Rubbettino Editore).

Una storia che si snoda tra passato e presente, quasi un percorso esistenziale, di una donna, Rosa Sirace appunto, alla scoperta di se stessa sullo sfondo di una cittadina del Sud, una storia che parla di radici e di speranza, che ci riguarda tutti, certo perduta nel tempo ma che ritorna come una preghiera che viene dal mare. Cosa d’altronde potrà mai superare in altezza il campanile – le punte aguzze delle metropoli scompaiono nella nebulosa delle polveri sottili –, cosa eguaglierà i contraccolpi dell’amore nella piazzetta davanti la chiesa, i nomignoli con cui apostrofare gli amici di sempre – tornano come un’eco, come la neve delle palle di vetro capovolte – i singulti strozzati di chi ti invecchia accanto, i ricordi del sole più infuocato e del freddo più insensibile? Dove altrove poter raggiungere con lo sguardo ogni angolo del piccolo mondo su cui ti affacci? Pure respirare è superfluo dove l’aria è familiare.

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