«Lo scorso anno un’azienda ci ha chiesto di creare dei gruppi di lavoro tra i loro dirigenti e i migranti formati attraverso la nostra app e incredibilmente abbiamo scoperto che conoscevano più educazione civica italiana ed europea questi ragazzi che non i loro dipendenti».
Chris Richmond N’zi, classe 1985, è l’inventore, con Aisha Coulibaly, della app Mygrants. Il suo obiettivo è quello di favorire l’inserimento dei richiedenti asilo nel mondo del lavoro in Italia con l’incontro tra il fabbisogno occupazionale delle aziende e le competenze (formali o informali) dei migranti. Ma guai a dargli dell’assistenzialista: «Sono un imprenditore, nato 34 anni fa in Costa d’Avorio. Sono stato adottato e ho vissuto in Svizzera, dove ho studiato diritto internazionale. Alla fine dell’Università ho fatto due concorsi, uno per la banca d’affari Goldman Sachs e uno per la Commissione europea. Li ho superati entrambi e ho scelto la seconda».
È a questo punto che Chris incrocia i destini dei migranti che dall’Africa cercano di arrivare in Europa. «Ero a Varsavia e lavoravo per l’Agenzia Frontex. Come strategic analyst mi occupavo delle analisi predittive di dati per anticipare i flussi migratori verso i confini esterni dell’Ue». Chris resta lì fino al 2015 e poi, complice l’incontro con la foggiana Aisha, sceglie l’Italia per realizzare la sua idea. Oggi vivono a Bologna. «Potevamo andare in Germania, sarebbe stato tutto più semplice. Ma la vera frontiera è qui e l’imprenditoria può generare soluzioni importanti», dice.
Mygrants in pratica funziona così: chi si iscrive può seguire un percorso di formazione basato su microlearning e oltre 2000 moduli e quiz multilingua per migliorare le curve di apprendimento e guadagnare “grants” in vista di una possibile soluzione occupazionale. «Ogni mese – spiega – sulla base dell’attività svolta online, generiamo dei profili utente con i loro skills e le loro performance per definire quale può essere la destinazione professionale che valorizzi appieno le loro competenze e il loro potenziale. A volte è chiarissimo, altre, serve un percorso più lungo».
Da gennaio 2017 ad oggi Chris e Aisha hanno gestito l’inserimento di 1340 persone
A quel punto, dati sul fabbisogno occupazionale nazionale alla mano, Mygrants condivide parte dei profili di competenze validati con le aziende affinché possano paragonare obiettivamente i candidati disponibili e scegliere secondo le loro necessità. Che poi è quella frontiera avanzata dell’accoglienza su cui tanto si dibatte ma dove nessun ministro dell’Interno ad oggi è riuscito a costruire soluzioni stabili. Da gennaio 2017 ad oggi Chris e Aisha hanno gestito l’inserimento di 1340 persone.
«Sulla piattaforma abbiamo circa 70 mila utenti», spiega Chris. Che tipo di profili si registrano? «Ce ne sono circa 8 mila di alto livello, completamente formati. Poi un 60 per cento di livello medio». Qualche esempio? «Ci sono traduttori, meccatronici, elettrotecnici, ingegneri informatici, e poi camerieri e magazzinieri. Fino ad oggi l’87 per cento dei tirocini promossi dalla app sono stati trasformati, alla scadenza, in contratti a tempo determinato o indeterminato».
Ci racconti una storia? «Una? Posso raccontare 1340 storie!». Partiamo dalla prima: «Un ingegnere informatico tunisino. Ha conosciuto Mygrants tramite passaparola, ha fatto un percorso formativo eccellente, aveva competenze pregresse da programmatore e parlava 4 lingue ma in Italia sperava al massimo di fare il lavapiatti. Invece ha ricevuto 7 proposte di lavoro e oggi è un programmatore a tempo indeterminato».