Escono nuovi dettagli sugli aiuti all’Ucraina bloccati da Trump
Finite le audizioni pubbliche, la commissione intelligence continua ad indagare, a verificare i documenti ottenuti e a rendere pubbliche le testimonianze dei funzionari ascoltati nelle settimane scorse a porte chiuse. Martedì sono state rese pubbliche le testimonianze di Mark Sandy, funzionario del Management and Budget Office e Philip Reeker, un assistente segretario di Stato presso l’Ufficio degli affari europei ed eurasiatici. Sandy ha testimoniato che la decisione della Casa Bianca di congelare circa 400 milioni di dollari in aiuti militari all’Ucraina era altamente irregolare e che, quando interrogati, i nominati politici di alto livello del Management and Budget Office non sono stati in grado di fornire una spiegazione. Durante la sua deposizione, Reeker ha invece ricordato come avesse fatto appello ai principali dirigenti del Dipartimento di Stato affinché sostenessero pubblicamente l’ex ambasciatrice Marie Yovanovitch, bersaglio di una campagna diffamatoria e rimossa da Trump a maggio.
L’importanza della tempistica
I dettagli più importanti emersi martedì riguardano però i tempi, più che i contenuti. In un documento fornito alla commissione intelligence dall’ufficio del Management and Budget e reso noto martedì sera, appare chiaro come il primo intervento ufficiale per trattenere una porzione pari a 250 milioni di dollari in aiuti all’Ucraina arrivi la sera del 25 luglio, lo stesso giorno in cui il presidente Donald Trump e il presidente ucraino Zelensky parlano al telefono. La decisione di procedere con il congelamento degli aiuti risale a luglio, mentre le informazioni alle agenzie coinvolte arrivano il 18 luglio, una settimana prima della telefonata. Il 25 avviene la telefonata e nello stesso giorno c’è la prima mossa ufficiale per trattenere gli aiuti. Secondo la testimonianza di Laura Cooper, vice assistente segretaria alla Difesa per gli affari russi, ucraini ed eurasiatici, quel pomeriggio del 25 luglio ci sono anche tre mail provenienti dal governo ucraino che chiedono notizie riguardo agli aiuti.
Altro aspetto importante riguarda invece la tempistica del documento redatto dal whistleblower e in particolare quando Trump ne è venuto a conoscenza. Un articolo del New York Times di martedì sera sostiene che Trump era stato avvisato dell’esistenza del reclamo del whistleblower a fine agosto. Questo dettaglio sarebbe importante alla luce di due fatti. Primo, la telefonata con l’ambasciatore all’Unione Europea Gordon Sondland del 9 settembre, quella in cui Trump dice di non volere niente dall’Ucraina e che non c’è nessun quid pro quo. Se Trump era già stato informato dell’esistenza del documento del whistleblower, le sue parole assumono ben altro significato. Secondo, il rilascio degli aiuti all’Ucraina avvenuto poi l’11 settembre: in questa tempistica sarebbe quindi una decisione conseguente alla scoperta del documento del whistleblower.
La palla passa alla commissione giudiziaria
Mentre la commissione intelligence continua ad indagare, la gestione dell’impeachment è nel frattempo passata nelle mani della commissione giudiziaria guidata dal democratico Jerry Nadler. A questo punto la procedura prevede che la commissione giudiziaria tenga delle audizioni: la prima è già stata fissata per il 4 dicembre. Nadler ha mandato una lettera a Trump per informarlo della data dell’audizione e per invitare lui o qualcuno del suo team legale a partecipare. Scopo dell’audizione è decidere quali e quanti articoli di impeachment eventualmente scrivere contro Trump. Dalla lettera di Nadler: «La commissione intende questa audizione come un’opportunità per discutere le basi storiche e costituzionali dell’impeachment, nonché l’intento e la comprensione di termini come “alti crimini e delitti”».
I prossimi passi
Fissata la prima udienza della commissione giudiziaria per il 4 dicembre è legittimo aspettarsi il voto della Camera unita sugli articoli di impeachment che verranno proposti dalla commissione stessa entro la fine di dicembre. Se come previsto il voto sarà affermativo, dal momento che i democratici alla camera detengono alla maggioranza, Trump sarà ufficialmente impeached, terzo presidente nella storia dopo Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998 (Nixon si dimise prima della votazione della Camera unita). La parola passerà poi al Senato, per il processo vero e proprio che probabilmente inizierà a gennaio 2020.