Cambio di paradigmaL’intelligenza artificiale rivoluzionerà il mondo delle assicurazioni. E l’Italia non deve farsi trovare impreparata

Alfredo Scotti, il presidente di KT&Partners, la società indipendente di consulenza finanziaria, è stato uno dei primi a organizzare un evento per capire l'impatto del fenomeno insurtech

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È in arrivo una rivoluzione nel mondo delle assicurazioni. Se governati bene, nuovi strumenti come l’intelligenza artificiale, la blockchain e i Big Data permetteranno alle compagnie assicurative di analizzare in modo tempestivo i dati e fornire prodotti ancora più personalizzati per i loro clienti. È l’insurtech, bellezza, un settore sempre più in crescita. Solo nel 2018 le start up legato a questo settore hanno raccolto oltre 4, 5 miliardi di dollari, il doppio rispetto all’anno precedente. In Italia però si mastica ancora troppo poco questo neologismo che definirà il rapporto tra nuove tecnologie e mondo delle assicurazioni.

Per questo KT&Partners, boutique finanziaria indipendente specializzata nell’offrire consulenza su operazioni di finanza straordinaria alle piccole e medie imprese, ha organizzato l’evento “Insurance Day: outlook 2020”. Un appuntamento in cui ha riunito alcuni dei principali protagonisti del mondo assicurativo e dell’insurtech per riflettere sulla trasformazione tecnologica e digitale in corso. Il modo migliore per non arrivare impreparati.

«Le compagnie assicurative sono attentissime nel capire come si concretizzerà questa evoluzione», spiega Alfredo Scotti, presidente di KT&Partners, e per anni Presidente di Aon : «Potrebbe portare a un cambiamento netto, così com’è accaduto nel mondo delle banche con il fintech: esuberi. Certo, le compagnie rispetto alle banche sono più solide come politiche di bilancio, ma non hanno ancora iniziato a ridurre i costi come hanno già fatto in larga parte del mondo».

Ecco Scotti, quale potrebbe essere la prima conseguenza di questa rivoluzione dell’Insurtech?
Un cambiamento netto. Lo stesso che è accaduto nel mondo delle banche con l’arrivo del fintech. Se questo fenomeno dell’Insurtech avrà corpo, e ne sono sicuro, ci sarà una trasformazione nel settore che porterà anche a molti esuberi. Certo, le compagnie assicurative rispetto alle banche hanno politiche di bilancio più solide, ma non hanno ancora iniziato a ridurre i costi come hanno già fatto in larga parte del mondo.

Perché secondo lei avrà un effetto così dirompente?
Facciamo due esempi. Il primo è quello di Tech Engines che ha inventato un motore di intelligenza artificiale che consente di calcolare i sinistri di una compagnia con velocità e precisione impensabile per una struttura tradizionale. A oggi per verificare un sinistro ci pensa un team di statistici che lavora per settimane per ricavare un dato che ha un’approssimazione di verità del 67-70%. Ecco, quello che un gruppo di persone fa in un tempo lungo, l’intelligenza lo fa in pochi minuti con una precisione che rasenta il 90%.

Come fa?
È un motore semplicissimo che raccoglie tutti i dati disponibili di migliaia di sinistri denunciati e raccolti in forma diversa, che ci sia o meno la scatola nera. Questa è la tecnologia. Solo che quando parliamo di queste cose con una compagnia italiana dicono “Ci dobbiamo pensare”. Quando si parla con compagnie mondiali come Zurich e Lloyds dicono: “Ci interessa, facci sapere di più”. Deve cambiare la mentalità, servono più tecnici e meno statistici.

E il secondo esempio?
Expert System, quotata da più di cinque anni all’AIM è con una presenza importante negli US, è una società di intelligenza artificiale che lavora molto col mondo delle assicurazioni. Fa la lettura semantica del linguaggio e studia la logica di un discorso per capire se è coerente o incoerente e se gli argomenti utilizzati sono assimilabili.

Come può essere utile al mondo delle assicurazioni?
Quando questa tecnologia opera su centinaia di migliaia di contratti assicurativi, riesce a far capire se parlano dello stesso argomento, se coincidono nel contenuto e soprattutto se rispondono all’obiettivo. Quali bisogna scartare e quali no. Un bel risparmio di carte e tempo per una multinazionale. Di solito per fare questo di solito servono centinaia di persone dislocate nelle varie sedi dei Paesi che analizzano migliaia di documenti su un singolo argomento: gli incendi che ci saranno nel mondo. Tutti questi contratti possono avere contenuti diversi e per unificarli hai bisogno di migliaia di giorni. La lettura semantica invece studia tutto il contenuto di Wikipedia in un’ora. Perciò ci mette un giorno a capire se tutti i contratti nel mondo di deposito e incendio sono diversi e dove divergono. Vale per i contratti, ma anche per i sinistri.

Perché le compagnie assicurative non l’hanno già adottate in toto?
Perché come tutti i nuovi strumenti bisogna avvicinarsi con molta cautela per capire come utilizzarli al meglio. Servono persone specializzate.

Durante l’evento Insurance Day: outlook 2020 avete presentato alcune compagnie del mondo insurtech che vi hanno colpito particolarmente. Ci fa qualche esempio?
Abbiamo scelto quelle che avevano qualcosa da dire. Per esempio Wide Broker lavora nel mondo del brokeraggio assicurativo. Nel nostro Paese ci sono alcuni grandi broker e tantissimi piccole realtà locali. Strutture di poche persone che operano a Modena, Pavia, Teramo e forniscono coperture assicurative in loco ad aziende, persone o gruppi in base alle richieste. Per farlo bisogna avere uffici in affitto e avere subito a disposizione una quantità di dati e informazioni che non sono più in grado di produrre. Antiriciclaggio, conti correnti separati, un secondo tipo di attività etc. Realtà così hanno tre scelte: chiudono, vendono a una grande organizzazione che li risucchia, oppure fanno un accordo con Wide Broker che gli offre una piattaforma centralizzata per la documentazione, la gestione del personale e l’amministrazione. Elimina funzione di compliance, insopportabili a livello locale. Ci sono però altre realtà.

Tipo?
Abbiamo invitato Yolo. Una piattaforma informatica che realizza polizze diverse di brevissima durata, dai weekend ai 45 gionri, per la copertura di appartamenti in affitto. L’opzione migliore per chi non vuole avere problemi in vacanza o per soggiorni di lavoro. L’azienda le vende tramite accordi con le banche e le stesse compagnie di assicurazioni che le propongono a loro volta ai clienti. Yolo non ha un’organizzazione commerciale, ma una piattaforma di servizio. Si tratta dell’esempio tipico di una realtà tech che potrà complementare e migliorare l’offerta delle compagnie assicurative.

Qual è secondo lei la preoccupazione delle compagnie assicurative nel buttarsi nel mondo dell’insurtech?
Sono tentennanti. E dire che i clienti sembrano più avanti di chi fornisce a loro le soluzioni assicurative. Chiedono soluzioni pratiche, veloci e soprattutto online. Per esempio Propensione.it fornisce subito un preventivo online per crearsi una pensione alternativa. Per evitare un esodo di massa verso nuove compagnie che offriranno servizi sempre più flessibili bisogna governare il fenomeno in anticipo. Comunque tutte le società assicurative, anche tradizionali, compresa Cattolica, che era presente all’incontro, sono molto attente a quanto sta succedendo nel mondo dell’insurtech. Fa ben sperare.

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