Linkiesta Festival Mara Carfagna: «Se Renzi smette di sostenere questo governo, “Forza Italia Viva” potrebbe essere una suggestione»

La vice presidente della Camera intervistata dal direttore de Linkiesta Christian Rocca, insieme a Giuseppe De Bellis, al Teatro Franco Parenti di Milano

(Dal Festival de Linkiesta)

«Non mi piace che il governo abbia il fiato corto. Non ha una visione, né una strategia. Siamo stanchi di esecutivi che hanno solo l’ambizione di vincere le elezioni regionali e non sanno proporre un’idea di lungo respiro. Manca la capacità di guardare oltre», questo il pensiero di Mara Carfagna, ospite del Festival de Linkiesta. «Questo affanno pesa sulle prospettive del Paese. Non c’è differenza col governo precedente. Si cercano i like e le condivisioni nei social network. Si vuole comprare il consenso elettorale con misure fallimentari che poi non aiutano a far crescere il Pil. Per quota 100 e reddito di cittadinanza abbiamo sprecato 16 miliardi di euro. Con quei soldi avremmo potuto abbattere il cuneo fiscale. La ragione più importante che impedisce alle imprese di creare sviluppo e occupazione».

Carfagna parla anche della questione meridionale: «Abbiamo letto tutti i dati dello Svimez. «L’Italia non può agganciare la ripresa europea se al Sud aumenta il tasso di disoccupazione aumenta e in 20 anni 2 milioni di giovani se ne sono andati. Con 5 miliardi di euro si potrebbe creare una no tax area. La differenza tra leader populisti e popolari è che questi ultimi hanno una visione. Un passaggio anche su Ilva. «La settima economia del mondo deve garantire la certezza del diritto. Non dobbiamo far finta che non esista la crisi dell’acciaio, ma il comportamento di ArcelorMittal desta qualche sospetto. La sensazione è che non voglia rilanciare l’Ilva ma abbia voluto neutralizzare un competitor. Perdere l’Ilva vuol dire mettere sul lastrico 15mila famiglie e perdere 1% del Pil. Il presidente del Consiglio non può dire che non ha una soluzione» dice Carfagna ricordando che Taranto non deve subire lo stesso destino di Bagnoli dove non c’è stata bonifica ambientale, l’acciaieria è stata chiusa.

Oggi non vedo un centrodestra, vedo una destra-destra. E va riequilibrato


Mara Carfagna

«Oggi non vedo un centrodestra, vedo una destra-destra. E questa situazione va riequilibrata. Uno dei primi atti della giunta umbra sia quella di togliere la legge sull’omofobia. Ma ha tolto diritti a qualcuno quel provvedimento? Spero sia solo un’indiscrezione giornalistica. Il rischio è che pulsioni sovraniste ed estremiste non fa bene al Paese. Serve un grande partito liberale. Un centrodestra che non si limiti a indicare i problemi e ad aizzare l’odio. Deve risolvere i problemi. Sento urgente questa sfida». Esiste un’ampia fetta di elettorato che può essere conquistato ma la competizione diventa sempre più difficile a destra. «I partiti liberali hanno una sudditanza psicologica nei confronti dei partiti sovranisti. Non è un destino ineluttabile. Un partito riformista ed europeista non è detto che rimanga per sempre al 5%. Però se si è rinunciatari non si cambia la situazione. Con orgoglio, fierezza e determinazione bisogna rivendicare la propria identità. Perché il partito che ora ha più voti nella coalizione di centrodestra vuole imporre la sua egemonia senza rispetto».

Ma come si cambia il corso del centrodestra? Una battaglia dentro Forza Italia o dentro la coalizione? «Entri in Italia Viva» urla uno dal pubblico. «Siamo in una fase di passaggio nel partito che non riguarda il mio destino, ma quello di una comunità che difende le ragioni della discesa in campo di Silvio Berlusconi. Voglio costruire un centrodestra coraggioso, alto e autorevole. Oggi mi sembra che Forza Italia abbia preso un’altra strada. Abbiamo commesso un errore astenendoci alla mozione di Liliana Segre. Ci fa male anche nella nostra collocazione internazionale. Il percorso di Matteo Renzi non mi assomiglia perché sostiene un governo di centrosinistra In questo momento non giochiamo nella stessa metà campo».

Se Renzi lascia un governo di sinistra sinistra “Forza Italia Viva” potrebbe essere un’opzione


Mara Carfagna

Carfagna vuole candidarsi alla Regione Campania? «Su concessione di Salvini? Non ci sto. Abbiamo accettato i candidati della Lega in Umbria e in Toscana. Quando noi invece indichiamo un candidato, la Lega entra in casa nostra e ci dice se è gradito o meno. Non è il sintomo di una coalizione equilibrata. Si vota a maggio in Campania e il discorso è prematuro. Faccio politica da 15 anni e so che bisogna essere pronti a ogni sfida. Non mi tirerei indietro. Ci sono candidature autorevoli, sono sicura che si farà la scelta migliore. Bisogna restituire a quella terra dignità, normalità e lavoro».

Il dissenso di Carfagna nel centrodestra arriverà al punto di rottura? «Non credo accadrà. Dopo la vicenda Segre vedo dei passi indietro, tentativi di giustificare un’azione che si fa fatica a raccontare. Penso si possa costruire un certo tipo di centrodestra a trazione liberale. Se ora è a trazione sovranista è perché Forza Italia ha rinunciato a battere un colpo». Può esistere un centrodestra fuori da Forza Italia? «Se Renzi lascia un governo di sinistra sinistra “Forza Italia Viva” potrebbe essere una suggestione».

A quale leader straniero potrebbe ispirarsi il centrodestra italiano? «Le esperienze di Ciudadanos o dei verdi tedeschi sono fenomeni interessanti. In Germania i Verdi hanno due leader uno uomo e una donna, è un bel segnale».

Carfagna crede nella svolta liberale e moderata di Salvini che ha detto di non voler uscire dall’Euro? «Finora sono solo parole, quando ha governato è andato in un’altra direzione. Questo è il suo tallone d’achille, lo aspetto alla prova dei fatti. In Europa ci sono sovranisti intelligenti e sovranisti stupidi. L’Ungheria non è solidale con l’Italia nel tema immigrazione e sono molto vicini alla Cina. Però Orbàn è nel Ppe e ha votato per Von der Leyen. Mentre Salvini è riuscito a isolarsi. Ha dipinto le elezioni europee come un armageddon finale e non è stato così».

Venerdì Maurizio Molinari sul palco de Linkiesta ha presentato il suo nuovo libro in cui parla dell’assedio di Cina e Russia contro il mondo occidentale. Che pericolo corre l’Italia rispetto alle influenze russe e cinese. Se non rafforzeremo l’integrazione europea, correremo dei pericoli. Dove pensiamo di andare da soli in questo caos? Non esiste una sola potenza che può assicurare l’ordine mondiale, perché gli Stati Uniti hanno rinunciato a questo ruolo. Il modello della Cina è il nostro opposto: non c’è libertà di pensiero o di espressione. Il controllo dello Stato sull’economia è totale».

X