Why M5S is unfit to lead Italy Che cosa abbiamo fatto di male per meritarci Conte ai vertici internazionali (e Lannutti alla Commissione Banche)?

Gli alleati dell’Italia sanno che con i Cinque stelle (e la Lega) siamo diventati una caricatura filo russa e filo cinese. Purtroppo Pd e Italia Viva fanno poco o niente per cambiare rotta. E ora che Di Maio punta sul senatore dei Protocolli dei Savi di Sion, fermiamoli prima che sia troppo tardi

FILIPPO MONTEFORTE / AFP

Avete sentito l’ultima: i Cinque stelle candidano alla presidenza della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche un vecchio e screditato arnese come Elio Lannutti, già twittatore dei Protocolli dei Savi di Sion senza nemmeno una cattedra all’Università di Pisa.
Ricorderete che Luigi Di Maio, allora, prese le distanze, e con lui tutto il movimento, «dalle considerazioni del senatore Elio Lannutti». Meno di un anno dopo aver preso le distanze dal tweet di Lannutti che citava, non va dimenticato, i Protocolli antisemiti esattamente a proposito di «Rothschild, l’abile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale», Di Maio lo candida a guidare la Commissione bicamerale sulle banche, non si capisce se per competenze finanziarie o di complotti ebraici.

Con personaggi così miserabili, ci stupiamo, poi, dell’attuale irrilevanza internazionale dell’Italia? Abbiamo un Ministro degli Esteri, sempre Di Maio, che va prevalentemente in Cina, con favolosi carichi di arance rosse, e poi per il resto preferisce andare a Valguarnera Caropepe, «Carrapipi» in siciliano, piuttosto che al G20 in Giappone. E poi, santi numi, c’è Giuseppe Conte.

Che l’Italia non abbia alcuna credibilità nei consessi internazionali non è colpa di Conte, che del resto non ne ha nemmeno quando gioca in casa, ma delle maggioranze destra-destra e destra-sinistra che si è trovato a rappresentare per uno strano scherzo del destino che ricorda quello del giardiniere Chance o di un vincitore anonimo del superenalotto. Da due anni, grazie a Lega e Cinque stelle, la proiezione estera del governo italiano è anti moneta unica, contro Bruxelles, contro gli storici alleati Germania e Francia, subliminalmente antisemita, tangente a qualsiasi esperimento autocratico si affacci sulla Terra, dal Venezuela alla Cina fino all’amata Russia, e coerente con le istanze delle forze estremiste in giro per l’Europa. L’Italia del 2019 non è antiamericana soltanto perché alla Casa Bianca c’è Donald Trump, che i salviniani adorano e che i Di Battista preferiscono a Obama; altrimenti lo sarebbe eccome.

In questo scenario, il Pd ci ha messo una pezza in termini di garanzie alle istituzioni europee e ai mercati, tanto che lo spread si è abbassato per il solo fatto che Matteo Salvini e Claudio Borghi sono stati allontanati dagli uffici ministeriali, ma non si può dire che sia riuscito a cambiare la rappresentazione pubblica del nostro paese.

Nei giorni scorsi sono successe due cose, entrambe imbarazzanti per il nostro paese: il premier canadese Justin Trudeau, intervistato da Ian Bremmer, ha svelato che nessuno dei grandi leader mondiali ha intenzione di assecondare la richiesta di Vladimir Putin di rientrare nel G8, tornato G7 senza la Russia, né l’amico dei russi Trump né il populista antieuropeo Boris Johnson né Angela Merkel. «E l’Italia?», gli ha chiesto Bremmer. «Be’, l’Italia… è… l’Italia». Cioè una caricatura a tendenza Putin.

Il cedimento della sovranità telecomunicava alla Cina non ha aperto nessun dibattito politico, perché un battito di ali di una farfalla a Bibbiano genera più like di un’infrastruttura made in China

Nel bilaterale Italia-Stati Uniti che si è tenuto a margine del vertice Nato di Londra di mercoledì, poi, Trump e Conte hanno discusso degli investimenti tecnologici cinesi in Italia, in particolare sul 5g. A fronte di un Trump che si è vantato di aver convinto il nostro paese a fermare il 5g cinese, Conte ha ribadito ai giornalisti che non intende affatto rinunciare all’infrastruttura cinese che, di fatto, consentirà a Pechino di controllare le nostre comunicazioni e questo nonostante gli americani lo abbiano avvertito di quanto possa essere una scelta pericolosa per la sicurezza italiana e dell’occidente.
Il cedimento della sovranità telecomunicava alla Cina non ha aperto nessun dibattito politico, perché un battito di ali di una farfalla a Bibbiano genera più like di un’infrastruttura made in China.

Questa è l’Italia di oggi: una macchietta filo russa e filo cinese, antieuropea e antioccidentale, a trazione culturale Casaleggio e Salvini. Il Pd è impegnato a svolgere il ruolo di agenzia interinale che fornisce professionisti di buona qualità a governi più o meno presentabili. Italia Viva ha altro a cui pensare.
Ieri il ministro Roberto Gualtieri ha fatto bene a dire che sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes) Salvini e Borghi sono irresponsabili, ma il problema è che lo è anche Di Maio, di cui Conte è un’emanazione più presentabile di Lannutti. Il problema è essere diventati una macchietta filo russa e filo cinese. Il problema è che Conte, Di Maio, Lannutti e i Cinque stelle non sono adeguati a guidare l’Italia.

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